La legge di stabilità, messa sul tavolo delle trattative dal professor Monti, passa attraverso l’Iter legislativo, che pone ora all’attenzione delle commissioni parlamentari parti essenziali dei Ddl di materia economico/fiscale.
Anche se la situazione lo richiede, il conto da pagare per i cittadini dalla debole economia italiana è troppo salato e non convince del tutto le commissioni chiamate a riflettere sulle misure, che secondo il governo dei professori, è bene attuare per risollevare la situazione economica del Paese.
Modifiche su detrazioni Irpef
La commissione Finanze alla Camera ha chiesto di bloccare la decisione di rendere retroattivi gli interventi in materia di detrazioni e deduzioni (franchigia di 250 euro sugli oneri deducibili e detraibili e un tetto di 3000 euro per le spese detraibili), canoni che, con lo stop alla manovra, entreranno in vigore dal 2013.
Stesso ragionamento posto anche sulla parte del Ddl relativo alla determinazione del reddito d’impresa agricola.
Stop ad ulteriore incremento dell’IVA
Un importante intervento della commissione è stato quello di bloccare la possibilità di un incremento dell’IVA di un punto percentuale in Luglio 2013 relativo alle aliquote IVA del 21% e del 10% (non ancora modificato da alcun intervento) la commissione si è mossa sulla base di fondati timori che questi aumenti potrebbero gravare sulle “già deboli aspettative di ripresa dell’economia italiana attualmente in recessione”.
Nel mirino anche la Tobin tax
La richiesta della commissione Finanze è che si distingua, senza alcuna modificazione sulla mole del gettito complessiva, l’aliquota applicabile alle transazioni sulle azioni da quella sui derivati, differenziando questi ultimi in derivati stipulati meramente per una finalità speculativa e derivati utilizzati per l’operatività di soggetti come gli imprenditori nella gestione.
Tagli alla sanità
Cattive notizie per il Governo anche da parte della commissione Affari sociali della Camera che ha appena votato un emendamento che si infrange contro la legge di stabilità e che cancella il taglio di 600 milioni di euro per la sanità nel 2013, recuperando la cifra attraverso un taglio orizzontale sui Ministeri.
La proposta, ancora in fase di modifica, ora passa alla commissione Bilancio.
La Camera blocca anche il decreto sui costi della politica
Questa volta entra in causa anche il decreto su Regioni ed enti locali messo in campo su proposta del Governo, il quale stabilisce controlli più attenti e riduce i costi della politica in periferia. La commissione Affari Regionali ha bocciato in tronco la proposta mentre la commissione Affari Costituzionali e bilancio ha chiesto che venisse modificata.
Paradossalmente, prima della bocciatura, la commissione si era espressa giudicando apprezzabili le misure tese a determinare una riduzione dei costi della politica nelle Regioni, e il leghista Davide Caparini , posto a capo dell’organo di supervisione legislativo, definisce "Insufficiente l’impatto complessivo del provvedimento, che pone in essere un rallentamento. In caso contrario, il decreto avrebbe di fatto seguito un Iter lineare, con la Corte dei conti che aveva già deliberato un calendario per degli adempimenti ed i primi indirizzi interpretativi per attuare il Dl.
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