Legge di stabilità: uno dei temi più caldi della giornata italiana. Il ministro dell’economia Vittorio Grilli, a tal proposito, ha dichiarato che la legge di stabilità persegue 6 punti chiave:
- Evitare un aggravio fiscale;
- Incentivare la produttività;
- Accelerare la riduzione del debito;
- Stipulare un fondo apposito per gli esodati;
- Interventi di sostegno per i lavori socialmente utili;
- Assicurare i pagamenti della PA.
Dove reperire le risorse? Anche su questo punto Grilli è stato chiaro: tramite la spending review (fase due), il controllo delle uscite per sgravi fiscali e la tobin tax.
La legge di stabilità consentirà entrate da 12 miliardi, puntando fondamentalmente a ridurre notevolmente la spesa pubblica.
I soldi ricavati serviranno ad evitare un ulteriore aumento dell’Iva e a incentivare la produttività.
I nuovi tagli, punto per punto
- Sanità
- I tagli riguarderebbero ancora una volta il comparto sanitario. Su questo punto si è acceso il dibattito, portato avanti dal ministro Balduzzi il quale vorrebbe evitare ulteriori tagli alla Sanità. Gli interventi previsti riguardano prevalentemente il Fondo sanitario nazionale e l’estensione del metodo Consip per ciò che concerne le forniture riservate al settore sanitario, un "controllo" finalizzato sostanzialmente a razionalizzare le spese.
- Produttività e spending review 2
- Oltre a discutere dei criteri di rifinanziamento relativo alla detassazione del salario di produttività, una delle risorse più importanti da cui attingere per attuare il Ddl Stabilità riguarda prevalentemente la fase due della spending review, da cui si potrebbe ricavare poco più di 1 miliardo di euro.
- Spese politiche locali
- Prevista anche una stretta più rigorosa sulle spese della politica locale, con tetti massimi di costi stabiliti per Regioni e Autonomie speciali.
- Pubblica Amministrazione
- Pubblica Amministrazione ancora al centro dell’attenzione del governo: previsto blocco dei contratto per il 2014 e l’attuazione del piano Bondi per ciò che concerne rappresentanze diplomatiche e missioni all’estero. Previsto anche un taglio netto del 20% (rispetto alla spesa del 2011) sulla spesa relativa agli immobili pubblici. I tagli coinvolgeranno anche le consulenze informatiche e l’utilizzo di energia elettrica negli uffici pubblici. Possibile anche una regolamentazione più severa concernente il pagamento dei fornitori da parte della Pubblica Amministrazione entro 1 mese.
3,2 miliardi di risorse andranno a finanziare la ricostruzione delle zone terremotate dell’Emilia-Romagna, l’istituzione di un fondo sociale per l’occupazione e gli ammortizzatori sociali.
Sotto discussione anche la ridefinizione dell’IMU e delle entrate comunali, la cancellazione delle agevolazioni di Ryanair e il Ponte sullo Stretto di Messina.
Le reazioni
Non potevano mancare le reazioni, provenienti dai sindacati e non solo. Il leader della Cisl Bonanni si è espresso favorevole a una manovra per impedire l’aumento dell’Iva, ma ritiene anche "necessario che si riducano le tasse sui redditi per lavoratori e pensionati per far ripartire i consumi oggi troppo bassi". Bonanni ha espresso le proprie perplessità anche sul blocco delle indennità per le vacanze contrattuali dei lavoratori pubblici.
Durissima la leader della Cgil, Susanna Camusso: "Abbiamo il sospetto, per non dire la certezza, che si tratti di un’altra manovra mascherata da legge di stabilità". "Spazio per ulteriori tagli non ce n’è", ha concluso. "Anzi, dovrebbe essere il momento di restituire qualche certezza".
Critiche anche dalla conferenza delle Regioni, il cui presidente Vasco Errani, ha affermato: "Non sappiamo quali comparti della spesa pubblica parteciperanno alla copertura di 6,5 miliardi necessari a impedire l’aumento dell’Iva, ma noi dobbiamo già gestire due manovre e la spending review che pesano sul 2013 e dunque non ci sono assolutamente le condizioni per poter pesare su servizi fondamentali come lo sono la sanità e i trasporti.
Anche il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, ha espresso le proprie preoccupazioni sulla convocazione a sorpresa del governo a proposito della suddetta legge: "Siamo un po’ preoccupati perché normalmente quando avvengono queste convocazioni non credo sia per annunciarci notizie entusiasmanti".
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