Le elezioni europee si sono concluse. Cosa succede ora? Renzi alla sfida di Bruxelles

Marta Panicucci

27 Maggio 2014 - 10:16

Le urne si sono chiuse e il risultato elettorale è ormai chiaro. Cosa succede ora? La formazione del nuovo parlamento, l’elezione del presidente di commissione: Renzi farà valere il peso della sua vittoria?

Le elezioni europee si sono concluse. Cosa succede ora? Renzi alla sfida di Bruxelles

Nelle ultime settimane non abbiamo fatto altro che parlare di elezioni europee e della loro importanza per l’assetto politico dell’Unione. Adesso le elezioni europee si sono concluse, cosa succede ora? La suddivisione dei 751 deputati ormai sembra chiara, il Ppe si è affermato come primo partito seguito dai socialisti e democratici. Ma a urne chiuse adesso si può passate alla formazione di nuovi gruppi politici all’interno del parlamento e stringere alleanze. Poi toccherà all’elezione del presidente di commissione e, per la prima volta, si dovrà tenere conto del risultato delle urne.

Cosa succede ora?
Oggi si riunisce la Conferenza dei Presidenti, composta dai leader dei gruppi parlamentari e il presidente del Parlamento, per discutere i risultati delle elezioni rispetto al paesaggio politico dell’Unione e in Parlamento. Sarà importante discutere anche come l’esito delle urne influenzi l’elezione del Presidente della commissione europea.

Dei 13 partiti europei soltanto 5 hanno espresso il proprio candidato alla presidenza: Per i Popolari: Jean-Claude Juncker, ex primo ministro del Lussemburgo ed ex presidente dell’Eurogruppo;

  • Per i Socialisti: Martin Schulz, attuale presidente del Parlamento Europeo;
  • Per i Liberaldemocratici: Guy Verhofstadt, ex primo ministro del Belgio e attuale leader del gruppo dei Liberali al PE;
  • Per i Verdi: José Bové e Ska Keller
  • Per la Sinistra Europea: Alexis Tsipras, leader del partito greco Syriza

Il primo passo per la nomina del presidente della commissione europea è una cena informale che si terrà stasera a Bruxelles tra i capi di Stato e di governo degli stati membri. Il Trattato dell’UE spiega chiaramente che la scelta dei candidati dovrebbe prendere in considerazione i risultati delle elezioni. I candidati nominati cercheranno il sostegno dei gruppi politici in Parlamento; per ottenere la nomina, più della metà dei deputati, quindi 376 dovrà votare a favore. La nomina del nuovo presidente dovrebbe avvenire durante la plenaria del 14-17 luglio.

Formazione gruppi
Un altro importante dato da tenere in considerazione è la possibile nascita di nuovi gruppi politici in parlamento. Con queste elezioni europee infatti entra in parlamento un esercito di deputati che non sono iscritti ad alcun partito o che rientrano tra "gli altri". Da questi neo eletti potrebbero nascere altri gruppi parlamentari. Secondo le regole del Parlamento, un gruppo deve essere composto da almeno 25 deputati di 7 Stati membri diversi. I gruppi politici ufficiali del Parlamento devono formarsi prima della prima plenaria, che inizierà l’1 luglio, quando inizierà anche il semestre europeo presieduto dall’Italia.

Renzi alla sfida europea
Il Partito democratico è il partito che ha ottenuto il miglior risultato d’Europa e uno dei pochi partiti di governo, insieme alla Merkel, ad aver vinto le europee. In Francia e nel Regno Unito per esempio, i partiti di governo si sono affermati soltanto come terzo partito del paese.

Il Pd può far valere il suo peso in Europa. Con il risultato storico delle elezioni europee il Partito democratico è diventato primo partito dell’area socialdemocratica europea, l’azionista di maggioranza dell’S&D. Commentando il risultato elettorale il premier ha mandato un chiaro messaggio all’Europa: "Quest’Europa non ha convinto. Ma se cambierà le sue politiche di rigore e se si aprirà alla crescita potremo fare un’operazione keynesiana straordinaria in cinque anni: più di 150 miliardi di euro". E che dirà la Merkel? "Sono assolutamente convinto che in tutte le istituzioni europee sia molto forte la consapevolezza che ora bisogna cambiare, l’Italia andrà dalla Merkel a mostrare le riforme. Solo così siamo credibili, perché loro le riforme le hanno fatte".

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