Lavoro, retribuzioni mai così basse dal 1982

Barbara Lorenzo

28 Maggio 2014 - 12:27

Le retribuzioni contrattuali orarie hanno registrato un incremento tendenziale dell’1,2% il più basso dall’inizio delle serie storiche , datato 1982

Lavoro, retribuzioni mai così basse dal 1982

Secondo i dati forniti da una recente indagine Istat le retribuzioni sono ferme. Ferme ad aprile su base mensile ed in crescita minima su base annua. L’indice si attesta ad un +1,2%. L’andamento pur in crescita non toccava un punto così basso dal lontano 1982, e cioè da quando vennero pubblicate le relative serie storiche.

I settori che presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: gomma, plastica e lavorazione minerali non metalliferi (3,5%), agricoltura e telecomunicazioni (entrambe 3,1%). Si registrano variazioni nulle nel settore alimentari, bevande e tabacco, e in tutti i comparti della pubblica amministrazione.

Sempre secondo le indagini dell’istat, le vendite al dettaglio sono diminuite a marzo del 3,5% annuo. Particolarmente negative le vendite di prodotti alimentari che segnano una flessione del 6,8% la peggiore dall’inizio delle serie storiche nel 1995. Le vendite di prodotti non alimentari calano invece dell’1,5%, ogni famiglia italiana ha ridotto i propri consumi di 376 euro annui.

Uno dei motivi della stagnazione delle retribuzioni sono anche i mancati rinnovi contrattuali: sono più della metà i lavoratori dipendenti con contratto collettivo scaduto, ciò si traduce nel mancato rialzo degli stipendi.

La quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 61,6% nel totale dell’economia e del 50,3% nel settore privato, l’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 28,3 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 14,5 mesi per quelli del settore privato.

Per i sindacati, i dati Istat confermano che la situazione dei lavoratori resta molto difficile e in particolare quelli dei dipendenti pubblici. Bisogna ripartire con un progetto condiviso che possa ridare all’economia un nuovo sviluppo e bisogna rinnovare i contratti a partire da quelli del pubblico impiego, dove il governo è il datore di lavoro,i cui i contratti sono bloccati dal 2010.

Alla fine del mese di aprile è stato rinnovato l’accordo solo per la ceramica e nessun accordo è venuto a scadenza. In vigore al momento ci sono 30 contratti, tutti del settore privato, relativi a 5 milioni di lavoratori, ovviamente tutti nel settore privato. Restano da rinnovare 45 contratti, di cui 15 della Pubblica Amministrazione, relativi a poco meno di 8 milioni di lavoratori. Di questi 2,9 sono nella Pubblica Amministrazione che il record del 100 % dei contratti in attesa di rinnovo.

A tal proposito il Presidente del Consiglio, afferma che "l’Italia è divisa tra chi non facendo più si sta rassegnando e chi invece investe nel futuro del Paese", continua Matteo Renzi dicendo che "l’unica cosa a cui non mi rassegno è la rassegnazione e che nonostante il persistere di dati negativi sta crescendo la fiducia dei cittadini e ciò pian piano ci porterà fuori dalla crisi".

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