Lavoro minorile, numeri shock: in Italia troppi under 16 a rischio sfruttamento

Daniele Sforza

11 Giugno 2013 - 13:56

Lavoro minorile, numeri shock: in Italia troppi under 16 a rischio sfruttamento

Ultimamente parliamo spesso della disoccupazione giovanile, elencando cifre allarmanti relative ai ragazzi compresi nella fascia d’età 15-24 senza lavoro, anche se sul tema vi consigliamo di leggere questa interessante analisi di Daniel Gros pubblicata sul Sole24Ore, dal titolo "Il falso problema della disoccupazione giovanile in Europa". Non abbiamo invece quasi mai parlato di un altro problema altrettanto allarmante che coinvolge i ragazzi under 16, ovvero il lavoro e lo sfruttamento minorile.

In Italia lavora il 5% degli under 16

Alla vigilia della Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile 2013, l’Associazione Bruno Trentin e Save The Children hanno diffuso dei dati piuttosto inquietanti sulla situazione del lavoro minorile in Italia. Nel nostro Paese gli under 16 che lavorano rappresentano poco più del 5% del totale della fascia compresa tra i 7 e i 15 anni, ovvero 260mila unità in tutto, di cui 30mila, compresi tra i 14 e i 15 anni sono a rischio sfruttamento, lavorando in condizioni precarie e pericolose per la loro sicurezza e dignità.

Tra le cause che spingono i giovanissimi a lavorare sin dalla tenera età, figurano condizioni familiari preoccupanti, specialmente a livello economico, cattivi rapporti con la scuola e l’istruzione e desiderio di autonomia per il mancato supporto finanziario da parte della famiglia.

Tra gli elementi sopraccitati spicca notevolmente un dato, ovvero quello che rivela nel nostro Paese uno dei tassi di abbandono scolastico più alti in Europa, con un numero oltre la media europea (18,2% contro il 15% dell’Unione europea a 27 Paesi).

Tuttavia occorre fare un distinguo tra lavoro minorile e sfruttamento minorile, visto che poco meno del 50% dei minori lavorano nelle piccole o medie imprese di famiglia, mentre esiste un 14% di minori al servizio di persone estranee.

Maschi o femmine, poco importa: il lavoro minorile non fa distinzioni di sesso, e c’è chi tra questi arriva a lavorare fino a 5 ore al giorno.

Tra le professioni svolte dai minori figurano prevalentemente quelle nell’ambito della ristorazione, tra baristi, camerieri o aiuti in cucina, seguite da quelli della vendita (stanziale o ambulante), delle pulizie, del lavoro agricolo e dei cantieri (il più rischioso).

Occorre una riforma dell’istruzione

Anche il segretario della Cgil Susanna Camusso ha voluto puntare l’attenzione sull’istruzione, affermando:

La prima straordinaria riforma di cui ha bisogno il nostro Paese è quella dell’istruzione. In questi anni abbiamo avuto tagli e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, come ad esempio l’aumento della dispersione scolastica.

Effettivamente bisognerebbe operare su istruzione e lavoro per risollevare le condizioni di un Paese che negli ultimi anni ha cercato, in molti casi, di andare avanti nonostante (e non con l’appoggio) dei governi. Dunque, una domanda sorge spontanea: quando arriveranno queste benedette riforme?

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