In un periodo nel quale ci siamo assuefatti alle cattive notizie, queste sembrano non mancare mai, giusto per non farci perdere l’abitudine.
L’ultima arriva dalla Bce secondo la quale la crisi del mercato del lavoro nell’Eurozona è ben lungi dal vedere una conclusione.
La crisi del mercato del lavoro in Europa
Secondo le stime della Bce l’andamento del mercato del lavoro nei prossimi mesi sarà in peggioramento.
La previsione scaturisce dall’analisi dell’andamento degli ultimi trimestri, in cui si è evidenziato un trend negativo che non accenna finire e, anzi, lascia presagire un peggioramento della crisi nel breve periodo.
Al cattivo andamento del mercato del lavoro in Europa si affiancherà un ulteriore peggioramento del pil la cui ripresa non inizierà prima della fine del 2013.
Cosa pesa sulla ripresa?
Le prospettive a ribasso nell’area economica europea sono alimentate da una serie di fattori, oramai ben noti a tutti, il cui peso purtroppo non accenna a diminuire.
L’indefinitezza delle questioni in ballo potrebbe scoraggiare gli investitori privati e causare un ulteriore ritardo nell’inversione del trend negativo.
- Innanzitutto pesa l’incertezza sulla soluzione del problema del debito sovrano nel vecchio continente.
- Sempre per restare entro i confini europei, a creare instabilità contribuisce la controversa questione della governance.
- Preoccupa poi la situazione Usa: le decisioni relative alla politica di bilancio potrebbero influenzare pesantemente l’andamento economico globale.
Cosa si è fatto, cosa bisogna fare
Secondo la Bce si è intrapresa una buona strada, che potrebbe comportare l’innesco di un circolo virtuoso i cui effetti saranno tangibili verso la fine del 2013.
- Per prima cosa l’opera di risanamento delle finanze pubbliche intrapresa finora appare una strategia concreta per il ristabilimento di solide posizioni di bilancio.
- Si sono realizzati importanti passi avanti nel miglioramento della produttività.
- Si è provveduto ad avviare una proficua opera di riduzione degli squilibri esterni ed interni.
- Gli interventi nell’ambito delle riforme strutturali e di bilancio dovrebbero sostenersi vicendevolmente e rappresentare un messaggio positivo per i mercati.
Se qualcosa si è fatto, molto è ancora da fare, in particolare in tema di bilancio.
Non si può prescindere da un ripristino della sostenibilità del debito pubblico a lungo termine.
Questa priorità non può essere trascurata, malgrado la Bce sottolinei i buoni risultati che si sono ottenuti in seguito all’adozione di politiche economiche volte al risanamento dei conti.
In particolare la Bce plaude ai miglioramenti conseguiti in tal senso dai paesi sottoposti ai programmi UE/Fmi.
A quando un miglioramento?
I primi segnali di uscita dalla crisi del lavoro dovrebbero intravedersi nell’Eurozona non prima della fine del prossimo anno.
Dopo la fine del 2013 la politica economica della Bce e il clima di fiducia dei mercati finanziari potrebbero infondere nuova linfa al settore privato con una conseguente inversione del trend occupazionale.
A tale svolta in positivo dovrebbe contribuire anche la prevista crescita delle esportazioni conseguente ad un incremento della domanda.
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