Lavorare di festivo può essere obbligatorio?

Simone Micocci

26 Ottobre 2022 - 15:36

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Quando lavorare nei giorni festivi è obbligatorio? Ecco cosa dice la legge e quali sono le conseguenze per il dipendente che rifiuta anche se obbligato.

Lavorare di festivo può essere obbligatorio?

Lavorare nei giorni festivi può essere obbligatorio, ma solo quando il dipendente ha espresso il suo consenso a riguardo. Non può trattarsi, quindi, di una decisione unilaterale da parte del datore di lavoro, il quale non può obbligare il dipendente a lavorare nei giorni festivi in mancanza di un chiaro accordo tra le parti.

Sul tema dell’obbligo di prestare attività lavorativa nei giorni festivi è intervenuta più volte la Corte di Cassazione, facendo chiarezza su quali sono i comportamenti leciti di datore di lavoro e dipendente a seconda dei casi. Come detto sopra, la risposta che arriva dall’analisi delle ultime sentenze sul tema è chiara: il lavoro festivo è obbligatorio, e quindi il dipendente non può rifiutarsi, qualora sia espressamente previsto dal contratto, il che può valere sia per l’accordo collettivo (Ccnl) che per quello individuale.

Cosa si intende per giorni festivi

Secondo la normativa vigente, nei giorni riconosciuti come festività nazionali, o anche per le feste del Santo patrono del Comune in cui si svolge attività lavorativa, il dipendente può decidere di astenersi dal lavoro mantenendo il diritto alla retribuzione.

Non si tratta, quindi, di un giorno di riposo assoluto, quanto di una giornata in cui il dipendente può scegliere se lavorare (percependo però una retribuzione maggiorata) oppure no (con il giorno di riposo che viene considerato in busta paga come se fosse stato lavorato).

Nel dettaglio, sono riconosciuti come giorni festivi:

  • 1° gennaio, Capodanno;
  • 6 gennaio, Epifania;
  • lunedì di Pasqua, detto anche Lunedì dell’Angelo;
  • 25 aprile, Festa della Liberazione;
  • 1° maggio, Festa dei Lavoratori;
  • 2 giugno, anniversario della Repubblica;
  • 15 agosto, Ferragosto, che da tradizione cristiana è il giorno dell’assunzione della Beata Vergine;
  • 1° novembre, Ognissanti;
  • 8 dicembre, Immacolata;
  • 25 dicembre, Natale;
  • 26 dicembre, Santo Stefano.

A questi si aggiunge poi la festività locale, ossia il santo patrono delle singole città.

Lavorare nei festivi è obbligatorio?

Ovviamente non tutte le attività lavorative sono sospese nei giorni festivi. Basta andare al ristorante per rendersi conto che cuochi e camerieri prestano regolarmente servizio, oppure fare shopping in un giorno festivo e notare quanti sono i commessi che lavorano.

D’altronde, specialmente in alcuni settori il lavoro festivo è una necessità perché è proprio in queste giornate che c’è il maggior afflusso di clientela.

Tuttavia, affinché il dipendente risulti obbligato a svolgere l’attività lavorativa durante il festivo è necessario che ne abbia dato espresso consenso. Nel dettaglio, ci sono due importanti sentenze della Corte di Cassazione a riguardo:

  • la n. 27948/2017, secondo cui il dipendente non può rifiutarsi di lavorare in un festivo qualora l’obbligo risulti espressamente previsto dal contratto individuale;
  • la n. 29907/2021, che estende l’obbligo quando previsto dalla contrattazione collettiva.

L’obbligo, quindi, vale in tutti quei casi in cui è espressamente indicato nel contratto individuale o nel Ccnl. Nel firmare il contratto di lavoro, infatti, il dipendente ne accetta tutte le condizioni, comprese quelle indicate nell’accordo collettivo, acconsentendo dunque a lavorare anche nei giorni festivi, avendo diritto però a una maggiorazione della retribuzione come indicata dal contratto collettivo stesso.

Cosa rischia il dipendente che si rifiuta di lavorare in un giorno festivo

A questo punto bisogna analizzare le conseguenze per il dipendente che seppur obbligato dal contratto si rifiuta di prestare attività lavorativa in un giorno festivo.

Con la sentenza n. 21209/2016, la Corte di Cassazione ha ricordato che in ogni caso il diritto del dipendente di astenersi dall’attività lavorativa nei giorni festivi è riconosciuto dalla legge e ha un carattere generale, ragion per cui anche in caso di rifiuto il datore di lavoro non può sospendere il diritto alla retribuzione.

Anche se si rifiuta di lavorare, quindi, il dipendente ha diritto allo stipendio (non maggiorato ovviamente).

Tuttavia, un rifiuto ingiustificato da parte del dipendente può comunque autorizzare il datore di lavoro a comminare una sanzione disciplinare, diversa però dal licenziamento per giusta causa (come chiarito dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 18887/2019).

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