L’ordine di Papa Francesco: stop ai regali (sopra i €40) e agli investimenti nei paradisi fiscali

Pierandrea Ferrari

30/04/2021

30/04/2021 - 15:18

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Da Papa Francesco arriva il diktat ai dirigenti e agli amministrativi del Vaticano: tra le altre cose, vietato accettare regali sopra i 40 euro e investire nei paradisi fiscali.

L’ordine di Papa Francesco: stop ai regali (sopra i €40) e agli investimenti nei paradisi fiscali

Papa Francesco rivede il codice di condotta economico-morale dei dirigenti e degli amministrativi del Vaticano. Il Pontefice, tra le altre cose, ha vietato a tutti i livelli dirigenziali e all’apparato amministrativo della Santa Sede di accettare regali dal valore superiore ai 40 euro e di investire nei paradisi fiscali, e cioè trasferire verso lidi a tassazione agevolata (o nulla) i capitali.

L’indicazione è contenuta nella lettera “Motu proprio” sulla trasparenza, che nell’incipit traccia la strada: “La fedeltà nelle cose di poco conto è in rapporto, secondo la Scrittura, con la fedeltà in quelle importanti. Così come l’essere disonesto nelle cose di poco conto è in relazione con l’essere disonesto anche nelle cose importanti”.

L’ordine del Papa a dirigenti e amministrativi del Vaticano

Per le alte sfere della Sante Sede e per l’intero apparato amministrativo, oltre allo stop ai regali in ragione del proprio ufficio e agli investimenti nei paradisi fiscali, spunta anche l’obbligo di firmare una dichiarazione (con cadenza biennale) riportando di non aver ricevuto alcuna condanna definitiva, né di avere carichi giudiziari pendenti o di essere indagati per fatti relativi alla frode, al riciclaggio, all’evasione e all’elusione fiscale, allo sfruttamento dei minori o alla corruzione. Nessuno sconto anche se si è beneficiato di indulto, amnistia o grazia.

Focus soprattutto su quest’ultima, la corruzione, con Papa Francesco che già un anno fa aveva approvato il nuovo codice appalti, resosi necessario per le mutevoli forme di questo illecito penale. La Santa Sede, del resto, ha anche aderito alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata nel 2003 dall’Assemblea generale dell’Onu.

Sul fronte degli investimenti, invece, il Pontefice ha esteso il divieto – anche per interposta persona - ai paesi nella lista delle giurisdizioni ad alto rischio di riciclaggio o che potrebbero essere, in qualche misura, fiancheggiatori di gruppi terroristici. Ad eccezione, tuttavia, dei paesi in cui i consanguinei risultano residenti o domiciliati per comprovate ragioni familiari, di lavoro o di studio. Inoltre, vengono di fatto vietate le partecipazioni o interessenze in società che operano, o si professano, apertamente contro la Dottrina cattolica.

Previsti controlli periodici

La Santa Sede, secondo quanto dichiarato, si riserva la facoltà di eseguire controlli periodici – tramite la Segreteria per l’Economia – volti a valutare la veridicità delle dichiarazioni rilasciate su carta dai dirigenti e dagli amministrativi, con possibilità di licenziamento o richiesta danni in caso di comprovata mendacità.

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