Roma è pronta a scongiurare un attacco dell’Isis?

Corrado Salemi

20 Novembre 2015 - 09:40

Mancano poco meno di 20 giorni al Giubileo, Alfano dichiara di avere alzato il livello di allerta a 2, ma sembrano ancora molti i buchi nella sicurezza di Roma e di tutta Italia.

Roma è pronta a scongiurare un attacco dell’Isis?

Livello di allerta 2 a Roma, inferiore solo a quello di un attentato. Pericolo di attacco dal cielo con i droni, no fly zone sui cieli della Capitale dal prossimo 8 dicembre, 700 militari in aggiunta a quelli già presenti su Roma e diversi corpi speciali pronti ad intervenire; queste sono le misure prese dalle autorità, ma ci sono dubbi sul livello dell’effettiva sicurezza garantita in Italia, confermati dalle dichiarazioni di alcuni rappresentanti della polizia che denunciano la scarsità e l’inadeguatezza delle risorse messe a loro a disposizione.

Roma: il rischio attentati è reale

Nella giornata di ieri è scattato l’allarme a Roma per un pacco sospetto rinvenuto in metropolitana e poi fortunatamente rivelatosi solo una busta di rifiuti abbandonata. Le autorità hanno deciso di evacuare la stazione e sospendere il servizio nell’intero tratto della metropolitana della linea A tra la stazione di Termini e quella di Ottaviano, snodo centrale di collegamento tra Termini e piazza San Pietro, punti nevralgici della Capitale.

Nonostante ciò, dalle dichiarazioni di chi prende ogni giorno la metro i controlli delle forze dell’ordine nei tunnel sotterranei non sembrano per nulla aumentati.

E’ lecito chiedersi, però, se in tempi normali e non gravati dall’ansia attentati, una semplice busta di rifiuti abbandonata in metropolitana avrebbe potuto causare tutto questo scalpore.

Di certo quello che è successo in Francia ha colpito tutti, e oggi più che mai il pericolo viene avvertito sulla pelle di ognuno di noi. Inoltre, le dichiarazioni che continuano a fare gli estremisti islamici non rincuorano di certo gli abitanti di Roma.

Le ultimissime nuove dell’Isis rilasciate tramite Twitter mettono Roma nel mirino in vista dell’imminente Giubileo. Ma l’organizzazione non è nuova ad attacchi di questo tipo. Lo scorso maggio, infatti, l’Isis pubblicava una foto di un combattente che si apprestava ad assediare il Colosseo ed issare sul monumento la bandiera del califfato, con una frase: “Stiamo arrivando a Roma”.

Il bisogno di sicurezza nelle strade oggi è più alto che mai.

E’ un dato di fatto che, stando a qualche indiscrezione della stampa nazionale, i servizi militari e civili hanno intensificato tutte le attività di intelligence. Eppure andando in giro per Roma non sembra che i controlli siano effettivamente aumentati, i metal detector presenti all’ingresso di piazza S. Pietro risultano spesso disattivati e la gente non ha grosse difficoltà ad entrare nella basilica con trolley e zaini.

La situazione è tesa in tutta Italia, non solo a Roma

Secondo un’indiscrezione delle ultime ore la polizia dell’aeroporto “Fontanarossa” di Catania sta indagando su una scritta in arabo che un pilota dell’Alitalia ha scoperto su un velivolo della sua compagnia. "Allah è grande": questo il contenuto del messaggio. Ulteriori controlli hanno accertato la presenza della stessa scritta, con pennarelli, su altri due veicoli: uno della Ryanair e l’altro sempre di Alitalia. Fortunatamente, i controlli effettuati sui velivoli per la verifica della presenza di eventuale materiale esplosivo hanno dato esito negativo.

Alfano tende a non a creare eccessivi allarmismi, ma la minaccia sembra davvero reale.
Suonano da monito le recenti dichiarazioni del Prefetto di Roma Franco Gabrielli:

Per Roma non esiste né la sicurezza assoluta né il rischio zero . È inutile negare che Roma sia oggetto di minacce, purtroppo si tratta di un qualcosa difficile da definire. È quello che ci ha insegnato Parigi. Consiglio a tutti, comunque, di continuare a fare la propria vita. E alle istituzioni di pensare alla sicurezza.

Nonostante tutto, l’Italia cerca di vivere normalmente. Il rischio di un attentato a Roma in vista dell’imminente giubileo è alto ma le autorità affermano con fermezza la necessità di non darla vinta ai terroristi e la volontà di non annullare l’evento.

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