Il presidente dell’Eurogruppo e i ministri delle finanze dell’eurozona non approvano il piano di riforme della Grecia, la borsa di Atene crolla a -4,18%.
Il piano di riforme presentato dalla Grecia non è stato ritenuto sufficiente dai ministri delle finanze della zona euro.
L’Eurogruppo doveva valutare il pacchetto di riforme che il ministro greco delle finanze Yanis Varoufakis aveva inviato venerdì alla Commissione Ue allo scopo di ottenere il rifinanziamento del debito.
L’insuccesso degli sforzi della Grecia era già stato previsto; il presidente Jeroen Dijsselbloemel, che rappresenta i ministri dell’Economia e delle Finanze della zona euro, aveva anticipato che l’elenco non era completo e che i tempi sarebbero stati lunghi.
Ora sembra ufficiale che a marzo non sia prevista nessuna tranche di aiuti.
Ecco quindi uno nuovo flop della Grecia a Bruxelles.
A questa riunione dei ministri delle finanze Yanis Varoufakis doveva portare anche la richiesta esplicita di allontanare definitivamente la Troika da Atene e che le trattative dovessero essere condotte da "team tecnici" con sede a Bruxelles con il compito di valutare le riforme greche prima delle riunioni Ue.
Niente. Sarà sempre la Troika a governare tutto e per la stragrande maggioranza dei greci il fatto non è accettabile.
Il 25 gennaio infatti il popolo ha votato per la sovranità delle istituzioni della Grecia.
A quanto pare non sono solo i Paesi rigoristi come la Germania a contrastare il nuovo governo Tsipras; e anche la Spagna e il Portogallo non hanno accettato le riforme proposte, dichiarandosi contro la Grecia non solo per l’elenco delle riforme, come anche l’Irlanda.
A quanto pare c’è convergenza sul fatto che, per vedere sbloccati una parte degli aiuti, la Grecia debba "attuare una parte degli impegni" sottoscritti dal governo precedente di Samaras.
Il ministro dell’economia irlandese, Michael Noonan non vuole che la Grecia faccia un percorso diverso da quello realizzato dall’Irlanda.
Proprio Michael Noonan ha detto:
"è tempo di muoversi verso il livello tecnico del negoziato, non sta ai ministri avere a che fare con le singole proposte".
L’Irlanda è uno di quei Paesi che dopo aver ricevuto gli aiuti dalla Troika ha dovuto mettere in atto pesanti riforme strutturali, ma le condizioni della Grecia sono diverse e occorre un piano umanitario e un rilancio dell’economia. Senza una svolta il Pil diminuirà ancora e con esso anche le entrate. A dicembre il Pil greco è diminuito dello 0,4%.
In Grecia c’è tensione non solo nella coalizione del governo Tsipras per Syriza ma anche per l’altra parte. Una spia è anche la minaccia lanciata dal ministro della Difesa greco, Panos Kammenos, leader della destra nazionalista, secondo quanto riferisce il sito tedesco di "The Local".
In pratica ha detto che
“Se l’Unione europea abbandona la Grecia al suo destino, Atene fornirà documenti di viaggio validi per l’Europa di Schenghen a tutti i migranti”.
Tra questi potrebbero esserci anche terroristi dell’Isis.
Al di là delle tensioni, è importante che la portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, abbia fatto sapere che venerdì prossimo si terrà un incontro fra il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, e il premier greco Alexis Tsipras. Vedremo.
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