K. Purps (Unicredit): cambio euro/dollaro salirà a 1,50 nel 2015

Nicola D’Antuono

17 Aprile 2014 - 08:43

Uno strategist obbligazionario di Unicredit si aspetta che l’euro/dollaro possa salire fino a 1,50 il prossimo anno

K. Purps (Unicredit): cambio euro/dollaro salirà a 1,50 nel 2015

Euro troppo forte? Non per tutti. Secondo Kornelius Purps, analista obbligazionario per Unicredit, il rally della moneta unica non è ancora terminato e potrebbe riservare grosse sorprese. Nel corso di una lunga intervista rilasciata al quotidiano economico tedesco Handelsblatt, lo strategist per il reddito fisso della banca di Piazza Cordusio ha avanzato l’ipotesi di un approdo a 1,50 del cambio euro/dollaro entro la fine del prossimo anno. Si tratta di una previsione che va decisamente controcorrente rispetto alle stime delle grandi banche d’affari internazionali, visto che da qualche tempo anche Goldman Sachs si è convinta a tagliare le proiezioni sul target per il cambio da qui a 6 e 12 mesi rispettivamente a 1,34 e 1,30.

Purps ritiene che l’euro ha ottenuto da tempo la piena fiducia degli investitori esteri, ormai convinti che sia la BCE sia i governi nazionali siano disposti a fare tutto il possibile per metterla in salvo. L’esperto di bond della banca italiana si aspetta che il cambio euro/dollaro riesca a salire fino a 1,45 nel 2014 e poi a 1,50 nel 2015. Purps non teme il rischio di deflazione, anzi ci tiene a sottolineare che ad aprile è atteso un significativo miglioramento dell’inflazione a +0,9% da +0,5% di marzo. Si tratta ancora di valori bassi rispetto al target di medio periodo del 2% della BCE, ma se la previsione sarà confermata avverrebbe un incremento quasi doppio nel giro di un mese.

L’esperto ricorda, però, che un basso livello di inflazione intorno all’1% in Germania per un periodo prolungato potrebbe mettere grande difficoltà la periferia europea, che sarebbe costretta a fare i salti mortali per evitare l’avvitamento economico e per portare avanti il processo di alleggerimento del debito. L’analista resta comunque convinto della tenuta dell’euro, che continuerà ad attirare capitali esteri facendo così schiacciare i rendimenti di titoli di stato e obbligazioni societari. Per i bond pubblici decennali italiani e spagnoli le attese sono per un forte calo dei rendimenti intorno al 3%.

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