A quanto rivela il rapporto dell’Ocse intitolato "Looking to 2060: long-term global growth prospects", l’Italia proseguirà in una crescita molto lenta rispetto agli altri Paesi dell’Ocse per i prossimi 50 anni, eppure supererà la Germania.
I numeri dell’Ocse
Nel mezzo secolo preso in esame (2011-2060) il Pil italiano registrerà una crescita dell’1,4%, rispetto a una media dei Paesi dell’Ocse che sarà del 2%. E la Germania? L’attuale locomotiva d’Europa crescerà soltanto dell’1,1%.
Per quanto riguarda gli altri Paesi, anche Grecia e Portogallo, due Paesi attualmente in difficoltà, cresceranno dell’1,4% come in Italia, mentre la Francia crescerà dell’1,6%. La sorpresa viene dalla Spagna, che crescerà dell’1,7%. La Gran Bretagna, invece, accelererà al 2,1%.
Il primato rispetto alla Germania, però, non c’è quando si parla di Pil pro capite, visto che l’Italia crescerà dell’1,3%, mentre la Germania del’1,5%.
A quanto riporta l’Ocse, inoltre, nei prossimi 50 anni si registrerà anche un rallentamento delle economie emergenti: l’India registrerà infatti una crescita del 5,1%, mentre la crescita della Cina si attesterà al 4%: più lontani Brasile (+2,8%) e Russia (+1,9%).
Dal rapporto, inoltre, si viene a sapere che l’ampio divario tra i Paesi non Ocse (la cui crescita si attesterà al +3,9%) e i Paesi Ocse si ridurrà notevolmente. Si prevede che la crescita dei Paesi non Ocse rallenterà al 5% nel 2020 e al 2,5% entro il 2050.
A compensare l’invecchiamento della popolazione, tra i motivi principali alla base del rallentamento della crescita, vi sarà il maggior livello di istruzione e produttività.
Tali previsioni, naturalmente, non sono da prendere da oro colato, ci tiene a precisare l’Ocse: "Le prospettive di crescita di lungo termine possono essere rafforzate da coraggiose riforme strutturali, sia nei Paesi maturi sia in quelli emergenti", ha dichiarato Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse. Con riforme strutturali si intende prevalentemente una focalizzazione dell’attenzione sul mercato del lavoro e dei prodotti, anche grazie a un miglioramento e una maggiore efficacia delle politiche, che tuttavia si prevede moderato.
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