Italia: sì a Fiscal Compact e Meccanismo di Stabilità. Ecco cosa cambia

Federica Agostini

19 Luglio 2012 - 14:06

Italia: sì a Fiscal Compact e Meccanismo di Stabilità. Ecco cosa cambia

La Camera ha approvato in via definitiva le nuove norme europee: Fiscal Compact e Meccanismo di Stabilità. Vediamo cosa cambierà:

Il voto alla camera

La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il trattato sul Fiscal Compact, contenente la nuova disciplina europea in materia di bilancio. Hanno votato 368 favorevoli, 65 contrari e 65 astenuti.

Approvato anche il Meccanismo di Stabilità (ESM) con 380 favorevoli, 59 contrari e 36 astenuti. Il nuovo Meccanismo permanente di stabilizzazione finanziaria d’Europa avrà il compito di mobilizzare risorse finanziarie e fornire un sostegno alla stabilità dell’Eurozona.

(Per approfondimenti sull’argomento, ESM: cos’è il fondo salva-stati)

Cosa cambierà?

La tesi del Ministero del Tesoro è che il Trattato non imponga "obblighi più stringenti rispetto a quelli già esistenti"; una volta raggiunto il bilancio sarà sufficiente raggiungere una crescita -in termini nominali e al lordo dell’inflazione- di circa 2,5/3 punti percentuali, per ridurre automaticamente il debito pubblico in rapporto al PIL, secondo quanto concordato in sede Europea.

Il Fiscal Compact

Il Trattato, sottoscritto il 25 marzo 2012 (ad eccezione di Gran Bretagna e Repubblica Ceca), entrerà in vigore il 1° gennaio 2013 se, per quella data, almeno dodici membri della zona euro l’avranno sottoscritto.

Il Fiscal Compact ha imposto l’introduzione, nella Costituzione, del principio del pareggio di bilancio e la correzione automatica in caso di sforamento, entrambi approvati oggi.

I contenuti principali del trattato riguardano:

- il rapporto deficit strutturale PIL, che non deve superare lo 0.5% (1% per i paesi il cui debito è inferiore al 60% del PIL)

- l’obbligo, per i paesi con un debito superiore al 60% del PIL, a rientrare entro 20 anni sotto la soglia

- l’obbligo di garantire la correzione automatica quando vengano mancati gli obiettivi di bilancio concordati

- l’obbligo di mantenere il deficit pubblico al di sotto del 3% del PI, come sancito dal Patto di Stabilità e Crescita

- l’impegno alla cadenza regolare di almeno due vertici annuali tra i leader dei 17 stati membro dell’area Euro.

Fonte: Reuters

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