Ottimismo mal posto sulla crescita del pil italiano per l’anno 2013 da parte del governo dei professori, questo è quanto il recente bollettino economico rilasciato da Bankitalia espone in cifre che non rispecchiano del tutto le rosee visioni del premier Monti, ma prevedendo la concreta possibilità dell’uscita dalla recessione nel prossimo anno.
Le stime
I principali analisti parlano di una decrescita del pil pari al -2,4% nel 2012,in linea con quelle del governo, e di un -0,2% nel 2013 che differiscono con uno -0,7% previsto dalla banca centrale, valore però in linea ai livelli da raggiungere posti in sede comunitaria.
La musica diviene meno lieta prendendo in considerazione quanto valutato dal Ofce, l’Osservatorio francese delle congiunture economiche, che prevede una diminuzione del -1,1% del pil italiano nell’anno 2013 e non pone particolare fiducia sul raggiungimento di un pareggio in bilancio tanto sofferto per le incisive scelte messe in atto, che sempre secondo i francesi non raggiungono un efficacia sufficiente a risolvere la difficile situazione.
I limiti dell’austerità
L’austerità ad ogni costo, (questo il nome del rapporto economico francese) sottolinea come il crollo delle importazioni non abbia aiutato a compensare il crollo degli investimenti (-9,3%) e dei consumi (-3,5%) mentre si osserva un aumento del risparmio precauzionale e una riduzione dell’apparato produttivo delle delle imprese spaventate dall’aumento sostanziale dei rischi.
Il rapporto chiude sulle cifre riguardanti la disoccupazione prevista l’anno 2013 che tocca in particolar modo le fasce più giovani, con un tasso del 11,6% contro un già altissimo 10,7% riscontrato nell’anno 2012.
Cifre del settore creditizio in calo
Bankitalia si pronuncia anche sulla difficile situazione del credito, che nonostante l’intervento degli stati sovrani corsi in aiuto delle banche, ed attraverso la possibilità concessa dalla Bce rifinanziamento di liquidità al 1% di interesse continua ad indirizzare il flusso creditizio lontano dalle cosiddette "Imprese familiari" che continuano a risultare penalizzate allo sportello: i prestiti concessi dagli istituti sono calati del 2,89% su base annua e del 2,44% nell’arco del 2012.
Altri numeri li offre il Centro studi Unimpresa che ha valutato come le banche hanno gestito il loro potere creditizio, riassunto nel loro rapporto: “Negli ultimi dodici mesi il ritmo dei finanziamenti delle banche ha visto un drastico calo degli impieghi nei confronti delle famiglie e delle imprese, tra settembre 2011 e agosto scorso, la cessione di crediti ad aziende e cittadini è calato, rispettivamente, del 3,6% (-32,7 miliardi) e dello 0,4% (-2 miliardi).
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