La crescita dell’Italia è la più debole di sempre. Per la terza potenza economica dell’eurozona è prevista, per il 2012, una contrazione del PIL del 2.4% rispetto a quella originariamente prevista dell’1.2%.
Per il 2013, invece, l’Italia si aspetta una contrazione dello 0.2%, rispetto a una crescita dello 0.5 stimata.
Il paese ha alzato il target del deficit per il 2012 da 1.7% a 2.6% del PIL, mentre per il 2013 il target è stato alzato da 0.5% a 1.6%.
Il debito pubblico (secondo solo alla Grecia) previsto per il 2012 è del 126.4% del PIL, mentre per il 2013 è del 127.1%. L’Italia è cresciuta, nel decennio fino al 2011, con una media dello 0.25% annuo, registrando la peggiore performance non solo in Europa, ma tra i paesi del G20 e dell’OCSE.
Nella lista stilata dal World Economic Forum sulla competitività dei diversi paesi nel mondo, l’Italia è risutlata 42ma, dietro Kuwait, Tailandia, Repubblica Ceca, Polonia e Panama.
La Riforma del Lavoro
Inoltre, nonostante la riforma del lavoro implementata dal governo Monti, che mirava proprio a rendere il mercato del lavoro più flessibile, l’Italia è scivolata di un posto rispetto all’anno scorso nella lista sulla rigidità del mercato del lavoro. Uno degli obiettivi di tale riforma era la riduzione dei contratti temporanei. La riforma è stata fortemente criticata da Confindustria, i quali sostengono che essa sia troppo “difficile da interpretare”, con la conseguenza di un maggior coinvolgimento delle corti e un aumento dei costi d’impresa.
Il sofferto inasprimento della tassazione messo in atto da Monti, approccio opposto a quello suggerito dalla Commissione Europea, che preferisce invece tagli della spesa pubblica, ha depresso la già molto debole domanda interna ed ha aggravato la crisi.
A Maggio l’OCSE aveva affermato il bisogno da parte del governo di eliminare il gap tra legge e la sua effettiva implementazione, che è molto più significativo in Italia rispetto ad altri paesi;
non c’è, però, un governo a sostegno di Monti che faccia pressione sulla burocrazia per mettere in atto la legge.
Riduzione del potenziale di crescita
“Credo che il potenziale di crescita dell’Italia sia lo stesso ora di quando Monti è arrivato al Governo”, ha detto Daniel Gros, presidente del Centro per Studi Politici Europei di Bruxelles. Secondo l’OCSE, il potenziale di crescita dell’Italia al momento è dello 0.3%.
Gros ha aggiunto che il calo del potenziale di crescita dell’Italia è dovuto ad anni di corruzione, debole applicazione della legge e declino dell’efficienza amministrativa a tutti i livelli.
“Per cambiare le cose ci vorrebbero anni di attenzione e dedizione da parte di diversi governi, sostenuti a livello locale e dal consenso popolare. Al momento, questa possibilità non riesco a vederla”.
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