Il 18 settembre 2014 Il Sole 24 Ore intitolava un suo articolo L’Irlanda cresce più della Cina: il Pil vola del 7,7 % trainato dall’Export. Ma così supererà la crisi?
Il 18 settembre 2014 Il Sole 24 Ore intitolava un suo articolo "L’Irlanda cresce più della Cina: il Pil vola del 7,7 % trainato dall’Export".
Qui di seguito sono state riportate alcune frasi più significative di tale articolo.
“Trainata dall’export ma anche in parte dai consumi, l’economia irlandese accelera più del previsto nel secondo trimestre: +1,5% su base congiunturale e addirittura +7,7% rispetto all’anno scorso. Il dato, diffuso oggi dall’Ufficio centrale di statistica, segue il +2,7% del primo trimestre e supera ampiamente le stime degli economisti, che si attendevano un +0.5 per cento. È la miglior performance dell’Eurozona nei mesi compresi tra aprile e giugno”.
“Per il Paese - uscito a dicembre dal piano triennale di aiuti internazionali da 67,5 miliardi e reduce da anni di austerity sotto l’occhio vigile della troika - è l’ennesima boccata di ossigeno”.
“Dietro il nuovo balzo dell’ex Tigre celtica c’è naturalmente il tradizionale traino delle esportazioni, cresciute nel secondo trimestre del 13% rispetto all’anno scorso anche grazie all’ottimo stato di salute della Gran Bretagna, partner di primo piano. Ma si registra anche un importante +1,8% dei consumi privati, il maggiore incremento annuale da quasi quattro anni: segno che anche sul fronte della domanda qualcosa si muove. Quella irlandese, insomma, sempre più assume la fisionomia di una storia di successo, una vicenda esemplare di cui l’Eurozona sente un gran bisogno”.
La crisi irlandese si è manifestata agli occhi di tutti nel 2008.
Qui di seguito troverete alcuni dati riguardanti gli anni 2005 – 2006 – 2007 con riferimento:
- alla crescita del pil;
- al debito pubblico sul pil;
- all’avanzo / disavanzo del settore pubblico, sempre rapportato al pil.
Va da sé che, la storia irlandese “dovrebbe” (il condizionale è d’obbligo) aver insegnato che considerare tra i positivi indicatori economici di una Nazione l’aumento del pil può risultare fuorviante per una corretta analisi.
Oltre al pil che cresceva con percentuali di tutto rispetto, si può inoltre notare come:
il parametro del debito pubblico/pil fosse largamente al di sotto del 60 % previsto dal Trattato di Maastrich;
l’Irlanda chiudesse in quegli anni i propri conti pubblici con un surplus di bilancio ovvero le entrate annuali dello Stato erano maggiori rispetto alle uscite.
Dovrebbe pertanto apparire del tutto evidente che l’Irlanda:
- non è andata in crisi perché il pil non cresceva (anzi cresceva ad un ritmo sostenuto);
- non è andata in crisi perché aveva un alto debito pubblico (anzi nel 2007 il rapporto debito pubblico / pil era inferiore al 25 %);
- non è andata in crisi perché lo Stato spendeva ogni anno più di quanto incassava (anzi era nella situazione diametralmente opposta).
L’articolo de Il Sole 24 ore parla di “anni di austerity” quando invece si può verificare agevolmente che, dal 2008 al 2013, il deficit del bilancio dello Stato (differenza, con segno negativo, tra entrate ed uscite) c’è sempre stato.
E’ ormai consolidato, anche nella prassi giornalistica, descrivere l’ ”austerity” come quell’insieme di politiche economiche che hanno come conseguenza l’aumento delle tasse da parte dello Stato ed una minore spesa pubblica.
I conti irlandesi mettono in luce, dal 2008, esattamente il contrario; per la precisione:
Si rileva pertanto una contraddizione macroscopica: in Irlanda non vi è stata affatto austerità post 2008, anzi per via degli aiuti ricevuti (ed ancora da restituire) e della spesa in disavanzo da parte dello Stato, vi è stata una politica fiscale espansiva e non restrittiva.
Tra gli indicatori che sistematicamente, i giornali “mainstream”, sia all’epoca che tuttora omettono di rilevare, vi è il debito privato del Paese.
Ricorrendo al database dell’Eurostat rileviamo quanto segue:
Financial balance sheets [nasa_f_bs]
Last update 16.09.14
Extracted on 21.09.14
Source of data Eurostat
Short Description Short Description is not available
UNIT Million euro
CO_NCO Consolidated
SECTOR Financial corporations
FINPOS Liabilities
INDIC_NA Financial liabilities
Significa che nel 2001 le passività finanziarie delle società finanziarie in Irlanda erano quasi 8 volte il pil mentre nel 2012 erano passate a circa 18,5 volte il pil del Paese.
Tanto per aver un raffronto, il medesimo dato (sempre rapportato al pil) in Italia era il seguente:
Ovvero era circa 1,9 volte il pil nel 2001 e 2,3 volte il pil nel 2012.
Vale la pena osservare, sempre in Italia, lo stesso dato, non espresso questa volta in rapporto al pil ma espresso in milioni di euro.
Si nota come il dato irlandese si stia pericolosamente avvicinando al dato italiano.
Peccato che i due Paesi abbiano dimensioni completamente diverse.
Per rendersene conto è sufficiente dare un’occhiata ai dati dei rispettivi abitanti.
Noi Italiani superiamo i 60 milioni di abitanti e gli Irlandesi sono circa 4,5 milioni.
Mi spiace che nel database dell’Eurostat non vi sia ancora il dato relativo al 2013 ed ovviamente non vi è alcun dato del 2014.
E’ logico intuire che, come le società finanziarie hanno delle passività finanziarie, ovviamente hanno anche delle attività finanziarie.
Risulta interessante capire come si sta muovendo negli anni la voce “attività finanziarie – passività finanziarie” sempre delle “famose” società finanziarie irlandesi.
Dal 2008 vediamo che le attività finanziarie sono superate dalle passività finanziarie (è un po’ come dire che i debiti superavano i crediti e ciò ovviamente non è affatto positivo); nel 2009 la situazione si era aggravata per poi rientrare nel 2011.
Altro dato su cui vale la pena soffermarsi sono le passività finanziarie nel settore “società non finanziarie; famiglie; istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie”:
Financial balance sheets [nasa_f_bs]
Last update 16.09.14
Extracted on 21.09.14
Source of data Eurostat
Short Description Short Description is not available
UNIT Percentage of GDP
CO_NCO Consolidated
SECTOR Non-financial corporations; households; non-profit institutions serving households
FINPOS Liabilities
INDIC_NA Financial liabilities
Anche in questo caso varrebbe la pena chiedere a chi di dovere come mai, ad esempio, un 117.40 % di debito pubblico su pil spaventava “follemente” nel 2012 la Troika (Commissione europea, F.M.I., BCE) mentre altrettante paure non sollevava, lo stesso anno, quando le “Società non finanziarie; famiglie; istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie” presentavano un debito privato sul pil del 556.8 % e le “Società finanziarie” del 1,855.8 %.
Un altro dato molto importante che andrebbe valorizzato nell’analisi della “crescita” di una Nazione è il “Reddito Nazionale Lordo” ovvero la sommatoria dei redditi guadagnati dai cittadini della Nazione.
Tale dato lo troviamo nel database Ameco (a prezzi 2005 in modo tale da rendere confrontabili i vari anni senza avere dati sfalsati dall’inflazione):
Si può notare come la sommatoria dei redditi guadagnati dai cittadini irlandesi nel 2013 siano sostanzialmente uguali ai redditi guadagnati dai cittadini irlandesi nel 2005.
La domanda che sorge spontanea è:”Ma come fanno a ripagarsi gli investimenti fatti negli anni se i redditi non crescono?”.
L’investimento viene fatto nell’ottica di aumentare il reddito.
Se in una Nazione vengono fatti degli investimenti ma i redditi non aumentano in modo da ripagarli, va da sé che c’è un problema.
Così come c’è un problema se gli investimenti sono quasi tutti concentrati nel settore immobiliare (fonte database Ameco):
Ora, se la storia irlandese ci ha insegnato che:
un pil che cresce non necessariamente è indice di un’ economia florida;
l’Irlanda non è andata in crisi a causa del debito pubblico;
l’Irlanda è andata in crisi per via delle sue banche che hanno raccolto (ed impiegato) fondi in strumenti finanziari per ammontari decisamente spropositati rispetto all’economia del Paese; quanto veniva raccolto finiva quasi esclusivamente in operazioni speculative in titoli; penso che ciascuno di voi abbia fatto degli investimenti finanziari ed abbia avuto delle perdite; il fatto è che, se investo “male” 10.000 euro e perdo una piccola percentuale come il 5 % sono 500 euro; se investo “male” 3.000 MLD di euro e perdo anche solo il 5 % sono 150 MLD di euro….
l’Irlanda si è rivelata un Paese in cui gli investimenti sono stati fatti (e continuano ad essere fatti) in misura preponderante nel settore immobiliare, ormai decotto, come si può affermare, di fronte ad un semplice aumento del pil, che “…Quella irlandese, insomma, sempre più assume la fisionomia di una storia di successo, una vicenda esemplare di cui l’Eurozona sente un gran bisogno” ?
Termino l’articolo manifestando un ”entusiasmo” decisamente più contenuto, rispetto a quanto manifestato dal giornalista de Il Sole 24 ore, sul dato delle “esportazioni”.
A mio modesto avviso, più che guardare solo le “esportazioni” di un Paese, sarebbe corretto considerare il “conto corrente” della bilancia dei pagamenti, il quale registra le transazioni internazionali in merci e servizi, redditi e trasferimenti unilaterali correnti.
E’ infatti corretto considerare non solo le “esportazioni” ma anche le “importazioni” così come è corretto considerare non solo le transazioni internazionali di merci, ma anche i servizi, i redditi di coloro che prestano un’attività di lavoro dipendente in un Paese diverso da quello di residenza, i redditi da capitale, le rimesse degli emigrati, etc…
Ecco il dato del conto corrente della bilancia dei pagamenti in rapporto al pil:
| AMECO RESULTS | ||||||||||
| Net lending (+) or net borrowing (-): total economy (UBLA) | ||||||||||
| Country | Unit | 2013 | 2012 | 2011 | 2010 | 2009 | 2008 | 2007 | 2006 | 2005 |
| Ireland | (Percentage of gross domestic product at market prices) | 6.6248095 | 3.1692356 | 1.0707274 | 0.7033668 | -3.0945837 | -5.6144409 | -5.4890323 | -3.6112606 | -2.8623704 |
Si vede che, nel 2013, rappresentava circa il 6,6 % del pil.
Ovviamente “dentro” quel 6,6 % c’è anche il contributo delle “esportazioni”.
Ora, solo quando sarà disponibile il dato definitivo 2014 sul database Ameco, potremmo andare a verificare se il “conto corrente” della bilancia dei pagamenti è stato “trainante” per il pil irlandese….
Mi raccomando: fate un bel nodo al fazzoletto.
A cura di Michele Belluco
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