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Irap 2015: i professionisti esonerati dal pagamento secondo la Cassazione

sabato 14 marzo 2015, di Vittoria Patanè

La Corte di Cassazione si è espressa sul pagamento Irap. La pronuncia riguarda in particolare i professionisti esonerati dal versamento dell’Imposta Regionale Sulle Attività produttive.

La sentenza. 1662 del 2015 infatti riguarda le esenzioni per i liberi professionisti.
Ricordiamo che in base alla legislazione vigente sono tenuti a pagare l’Irap solo i contribuenti costituiti in imprese ed è proprio sulla definizione dello status professionale che si basa la decisione dei Giudici.

Pagamento Irap 2015: professionisti esenti
La sentenza della Cassazione riguarda in particolare un medico, convenzionato con il servizio sanitario nazionale e iscritto ad un’associazione professionale che forniva personale e attrezzature specialistiche. Per il Fisco, questa struttura rappresentava a tutti gli effetti un’impresa e, per questo motivo il suddetto professionista era tenuto al versamento dell’Irap.

La Cassazione in questo caso ha dato torto al Fisco, e quindi ragione al medico, precisando quali devono essere i principi guida dell’imposizione anche al di fuori del caso specifico.

Sono migliaia infatti i contribuenti che, a loro avviso, non dovrebbero pagare l’Irap e invece sono costretti a farlo per decisione dell’Agenzia delle Entrate. In base a quanto stabilito dal Tribunale il medico, pur avendo aderito all’associazione, manteneva un ruolo indipendente e autonomo nella gestione dei rapporti lavorativi.

In questo caso, e in altri come questo, secondo la Cassazione, è errato parlare di impresa nell’accezione legale del termine. La suddetta associazione si basava infatti sulla " “mera condivisione di servizi (e delle relative spese) fra soggetti ognuno dei quali svolge autonomamente la propria attività, trattenendone interamente il relativo reddito e senza alcuna partecipazione al reddito derivante dall’attività degli altri”.

La sentenza in oggetto dunque si configura come un precedente di fondamentale importanza tanto più se si considera che le forme ibride di collaborazione (un esempio su tutti il cosiddetto coworking) stanno diventando sempre più diffuse all’interno del territorio nazionale.

In questi ambiti dunque, in base alla decisione della Corte, i contribuenti non sono tenuti a pagare l’Irap poiché la condivisione di spazi o strumenti di lavoro non trasforma un libero professionista in un’impresa e il paragone risulta errato anche, e soprattutto, in materia fiscale.

Irap_mod_2015

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