Intesa SanPaolo: secondo il FT progetta una bad bank. Dalla banca nessun commento

Marta Panicucci

03/02/2014

Intesa SanPaolo: secondo il FT progetta una bad bank. Dalla banca nessun commento

Intesa Sanpaolo non commenta le indiscrezioni del Financial Times secondo cui la banca starebbe pensando di creare una bad bank in cui far confluire parte dei crediti in sofferenza.

In seguito alle indiscrezioni del quotidiano internazionale, Intesa Sanpaolo apre la settimana in borsa navigando in territorio positivo. Nella bad bank dovrebbero confluire gran parte dei 55 miliardi di euro di crediti in sofferenza dell’istituto in vista degli stress test dell’Eba.

Indiscrezioni FT
Secondo il Financial Times, l’amministratore delegato Carlo Messina e il presidente Giovanni Bazoli discuteranno della creazione della bad bank con gli azionisti nel corso delle prossime settimane. Se le indiscrezioni del Ft venissero confermate si attenderebbe il piano sulla bad bank nel corso della presentazione del piano industriale che sarà reso noto il prossimo 28 marzo.

Una fonte vicina alla situazione conferma alcuni incontri del Ceo di Intesa Sanpaolo con alcuni azionisti dei quali però non se ne conosce il contenuto.

Unica certezza è che il 27 marzo si riuniranno il consiglio di gestione e il consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo per approvare il piano industriale. Il giorno dopo è attesa la presentazione del piano d’impresa nel quale potrebbe confluire la creazione della bad bank.

I vertici di Intesa Sanpaolo non hanno commentato le indiscrezioni pubblicate dal Financial Times.

Gli analisti
Nonostante il silenzio della banca gli analisti promuovono l’idea della creazione della bad bank. Secondo Intermonte la creazione di una bad bank sarebbe positiva perché "permette di migliorare la gestione dei crediti problematici, il loro recupero, ma anche accelerarne il processo di cessione".

Secondo l’analista Intesa sarà la prima banca italiana a "vendere una porzione importante del proprio portafoglio crediti dubbi in quanto è la banca che presenta i coverage ratio più alti e il capitale più elevato".

Bad bank di Stato
Se le indiscrezioni del Ft venissero confermate in Italia si potrebbe riaccendere il dibattito circa la necessità di creare una bad bank di stato in cui far confluire i debiti in sofferenza. I sostenitori della bad bank italiana, guardando il caso di Spagna e Irlanda, sostengono che far convergere i prestiti in sofferenza in una bad bank consentirebbe all’Italia di uscire dalla spirale negativa del credit crunch, che non permette alle imprese di avere accesso al credito.

Gli analisti hanno calcolato che la bad bank italiana potrebbe contenere 9-12 miliardi di capitale di base, ma la Banca d’Italia e il Fondo Monetario al momento smentiscono questa possibilità.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it