Intervista di Santoro a Berlusconi: ecco la replica del presentatore alle accuse di Grillo

Piero Capello

18/01/2013

Intervista di Santoro a Berlusconi: ecco la replica del presentatore alle accuse di Grillo

È passata una settimana da quando Silvio Berlusconi è stato ospite al programma di Michele Santoro, Servizio Pubblico.
Dopo quest’incursione in territorio nemico, il Cavaliere avrebbe ottenuto un’inattesa rimonta nei sondaggi.
Da più parti si sono levate aspre critiche nei confronti del presentatore.
Beppe Grillo ha lanciato i suoi strali contro Santoro durante il primo appuntamento del suo Tsunami Tour.
Ieri, durante la nuova puntata del suo programma, Michele Santoro si è levato qualche sassolino dalla scarpa, replicando alle accuse lanciate dall’ex comico.

La pietra dello scandalo

Pochi si aspettavano che, dopo la puntata di Servizio Pubblico che lo ha visto protagonista, Berlusconi ottenesse un’impennata nei sondaggi.
La rimonta del Cavaliere procede spedita, secondo molti, anche per colpa di Santoro che avrebbe fatto il suo gioco pur di alzare gli ascolti.
Grillo non ha usato mezzi termini nello scagliarsi contro il presentatore, durante la prima tappa del suo tour elettorale che si è tenuta a Pistoia, in piazza del Duomo, pochi giorni fa.
Non era Santoro ad ospitare il Cavaliere, ma viceversa e quello a cui avremmo assistito era solo comunicazione fasulla, ha urlato Grillo alla folla che assisteva allo Tsunami Tour.
Il comico ha poi rincarato la dose affermando che Santoro si sarebbe comportato da “ricco” e “stupido”, sacrificando l’informazione sull’altare degli sponsor e del denaro.
Dopo questi “complimenti” nei confronti del presentatore, Grillo ha proseguito illustrando alla folla il suo programma politico.

La replica di Santoro in sei punti

Durante la puntata di ieri, il presentatore di Servizio Pubblico ha iniziato il programma dedicando i primi quindici minuti circa a una replica contro le accuse mossegli negli ultimi giorni.
La sua difesa è stata piuttosto articolata e basata su una logica stringente: ha teso a mettere in luce le contraddizioni e gli errori dei “patrioti” che lo avrebbero ingiustamente accusato di scappare davanti al nemico. Eccone la sintesi in sei punti.

  • Inizia rivolgendosi al “Generale” Giuseppe “Pound” Grillo. Il comico nella sua filippica contro Santoro si sarebbe guardato in uno specchio. Secondo Grillo, Santoro dovrebbe rinunciare ai soldi ottenuti con “l’orribile televisione” e con gli sponsor. Peccato che, afferma il presentatore, quei soldi siano gli stessi che anche Grillo ha guadagnato in anni di televisione e che di sponsor Santoro afferma di non sapere nulla.
    Poi Santoro lancia il guanto di sfida a Grillo: dato che sarebbe stato il conduttore ad andare ospite da Berlusconi e non il contrario, Santoro afferma che non avrebbe alcun problema a fare lo stesso con il comico. Se Grillo non teme il contraddittorio, Santoro si è detto disponibile ad andare anche da lui, direttamente sul terreno che gli è più congeniale: la piazza.
  • Santoro poi si dedica a smontare le notizie che in questi giorni si sono susseguite sui quotidiani.
    Rileva di avere un gran merito: per la prima volta è riuscito a mettere d’accordo gli esponenti dell’informazione sia di destra che di sinistra.
    I primi, ironizza, non devono essere molto furbi: è per colpa loro che adesso lui si trova su La7, se non avessero fatto tante pressioni per cacciarlo da Rai Due, la puntata con Berlusconi avrebbe avuto ascolti ancora maggiori.
    Ai secondi lancia un richiamo alla coerenza: dopo anni di accuse di anti-berlusconismo, nocivo alla stessa sinistra, gli sarebbe stata rinfacciato di aver rinunciato a un simile approccio.
    Il presentatore ricorda come non ci sia nulla di male ad invitare un politico e limitarsi a parlare di politica, anziché dei suoi processi, specie in periodo elettorale.
  • Il conduttore analizza i dati utilizzati dai giornalisti contro di lui.
    Cita il sondaggio di Mannheimer e quello di La7 pubblicati sui giornali per suffragare l’ipotesi che Berlusconi sarebbe risalito nei sondaggi grazie al suo programma.
    Peccato solo, fa notare il presentatore, che siano entrambi precedenti alla sua trasmissione, il primo di giorni il secondo addirittura di un mese.
  • Santoro fa notare ai colleghi giornalisti che è vero ciò che hanno detto, cioè che esiste un premio per il programma in base agli ascolti.
    Fa però notare che tale premio è valido sino al raggiungimento del 12% di share, oltre tale soglia né Santoro, né altri riceverebbero alcun bonus.
    Dato che tutte le puntate del programma hanno abbondantemente superato il 12%, non c’era alcun bisogno di ospitare Berlusconi per interesse personale.
  • “Nemo propheta in patria” deve aver pensato Santoro. Effettivamente in chiusura del suo discorso di autodifesa si appella a un giornale straniero, il Guardian, le cui posizioni sono notoriamente di sinistra.
    Cita uno degli articoli dove appunto si parla della sua trasmissione.
    Proprio nel giornale straniero, quindi in un certo senso super partes, Santoro trova conferma della sua visione: il suo è un programma serio e non una “burattinata”.
  • Infine, Santoro rileva che il suo non è di certo il solo programma a cui Berlusconi è stato invitato.
    Anzi: le autorità preposte hanno denunciato una massiva presenza (da record è stata definita), del Cavaliere in tutti i mezzi di informazione, decisamente oltre i limiti previsti dalla par condicio.
    Possibile, si chiede il conduttore, che solo il suo programma possa aver avuto il merito della risalita nei sondaggi?

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