Euro volatile dopo il dato sull’inflazione nell’area euro. Prezzi in discesa, più del previsto, e pressioni in aumento sulla BCE in vista della riunione di giovedì
Stamattina era molto atteso il dato sull’inflazione nell’eurozona, soprattutto dopo la discesa dell’indice dei prezzi al consumo in Spagna. Infatti, il paese iberico è entrato in deflazione dopo che a marzo l’indice Cpi è crollato a -0,2% m/m ai minimi da ottobre 2009. Secondo quanto comunicato stamattina dall’Eurostat, l’inflazione nell’area euro ha sperimentato una nuova brusca frenata.
A marzo la stima preliminare sull’inflazione vede una discesa a +0,5% su base tendenziale. A febbraio l’indice Cpi dell’area euro era risultato a +0,7% (rivisto da 0,8% a/a). Il dato è inferiore alle aspettative del mercato, che aveva previsto un rallentamento minore a +0,6%.
Aumentano, dunque, le pressioni del mercato sulla BCE, che giovedì potrebbe essere di fatto costretta ad annunciare qualche misura monetaria espansiva per combattere il rischio di deflazione. Al momento gli analisti si aspettano ancora un nulla di fatto, ma il trend discendente dei prezzi potrebbe alla fine spingere l’Eurotower a rivedere le sue posizioni.
Si parla molto del taglio dei tassi sui depositi su valori negativi (dallo 0% attuale) o addirittura dell’implementazione di un piano di acquisto degli asset in stile FED. Queste due misure non convenzionali per ora appaiono poco percorribili, considerando le resistenze dei “falchi” del Comitato esecutivo della BCE. Più probabile, invece, un nuovo taglio dei tassi di interesse dallo 0,25% allo 0,1%.
Sul forex gli investitori hanno inizialmente venduto euro dopo la comunicazione del dato, poi hanno acquistato grosse quantità di contratti long sulla moneta unica. Il tasso di cambio euro/dollaro ha trovato supporto in area 1,3720 e poi si è messo a correre salendo fino a 1,3780 nel giro di pochi minuti. Il cross euro/yen è prima sceso a 141,50, poi è risalito velocemente fino a 142,24.
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