Incendi e deforestazioni, Amazzonia da polmone verde a produttore di CO2

Riccardo Lozzi

18 Agosto 2021 - 11:13

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Nel 2020 si è registrato in Amazzonia il record di incendi e deforestazioni, con danni irreversibili che rischiano di trasformare il principale polmone verde della Terra in produttore netto di CO2.

Incendi e deforestazioni, Amazzonia da polmone verde a produttore di CO2

Nel 2020 in Amazzonia si è registrato il triste record di incendi e deforestazioni che, secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, avrebbero causato dei danni irreversibili nei confronti della foresta pluviale più vasta al mondo.

Un anno addirittura peggiore del 2019, il quale a sua volta era stato osservato come l’anno più distruttivo nella storia dell’Amazzonia.

Tra le cause principali di questi risultati negativi troviamo il piano del presidente del Brasile Jair Bolsonaro di operare una vera e propria colonizzazione del territorio naturale. L’obiettivo del Governo è quello di avviare la costruzione di nuove dighe e aumentare la coltivazione dei campi, così da favorire una crescita economica di breve periodo, non tenendo però conto degli effetti sul clima del Sud America e del pianeta.

Il più grande polmone verde della Terra potrebbe presto diventare un produttore netto di anidride carbonica se la perdita degli alberi continuerà con il ritmo attuale, come è stato rivelato da un recente articolo pubblicato su Nature.

Una prospettiva preoccupante che porterebbe a un’accelerazione nel processo del riscaldamento globale che è stato ultimamente definito dall’ONU come più rapido del previsto.

Amazzonia, incendi e deforestazioni record nel 2020

La foresta amazzonica allo stato attuale non riesce a immagazzinare più CO2 di quanta ne emette, rappresentando così il principale pozzo di carbonio naturale presente a livello globale.

Tuttavia è stato scoperto come, nel periodo che va dal 2010 al 2016, l’Amazzonia è stato un emettitore netto di gas serra a causa dell’intensa siccità registrata in questo lasso di tempo.

Il pericolo, quindi, potrebbe essere quello di una trasformazione da polmone verde a fonte netta di carbonio in maniera permanente, sia per cause naturali, come gli incendi causati dalla siccità e dalle temperature record che si stanno osservando nell’ultimo anno, che per l’intervento dell’uomo, come l’avanzamento della deforestazione per interessi economici.

Rischio di danni irreversibili per il principale polmone verde della Terra

L’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha quindi affermato nel suo report disponibile online come, tra il 1998 e il 2020, gli eventi climatici di quest’area abbiano provocato la perdita di 312 mila vita umane, insieme a danni diretti per oltre 277 milioni persone in tutto il mondo.

Un bilancio tragico che però al momento non sembra aver causato alcuna inversione di rotta da parte delle istituzioni dei Paesi del Sud America, in cui si estende l’Amazzonia, Brasile in primis.

L’avanzata ad alto ritmo del riscaldamento globale insieme a una strategia economica miope possono così solamente peggiorare la situazione, accelerando la realizzazione di uno scenario preoccupante per la sopravvivenza del pianeta e dell’umanità.

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