E’ prevista per mercoledì l’approvazione dell’Agenda sull’immigrazione da parte della Commissione europea che, tra le altre cose, prevede la ripartizione dei migranti presenti sul suolo europeo tra tutti i i Paesi dell’Ue.
Mercoledì, salvo sorprese, la Commissione europea approverà la nuova Agenda sull’immigrazione.
L’accelerazione sull’approvazione è stata voluta dal presidente della Commissione Juncker dopo la strage avventua in aprile nel Canale di Sicilia che ha visto morire 900 migranti.
I punti cardine dovrebbero essere i seguenti: obbligo per tutti i paesi ad accogliere i richiedenti asilo, incursioni nei porti libici per sequestrare e distruggere i barconi degli scafisti, aiuti ai paesi di origine e transito per sgominare le bande di criminali che gestiscono il traffico di esseri umani.
L’approvazione non è tuttavia sicura: i commissari europei non sono tutti ancora convinti e, inoltre, anche qualora l’Agenda venisse approvata, dovrà poi ricevere il consenso dal Consiglio formato dai governi e dal Parlamento di Strasburgo.
Un iter ancora lungo, che potrebbe nascondere ostacoli.
Immigrazione, l’Ue fisserà quote obbligatorie di ripartizione
La novità più importante introdotta nell’Agenda è senz’altro la proposta di creare un sistema di quote obbligatorie di ripartizione tra tutti i paesi dell’Unione Europea dei migranti che si trovano già sul suolo europeo.
Allo stato attuale, infatti, i richiedenti asilo si trovano ammassati nei centri di accoglienza italiani e maltesi che non sono in grado di accogliere ulteriori persone.
Nessuno dei Ventotto paesi potrà sottrarsi all’obbligo di accoglienza dei migranti stabilito attraverso il criterio delle quote.
Immigrazione, Ue chiede una risoluzione dell’Onu
Un intervento è tuttavia richiesto anche in ambito internazionale e, proprio per questo, l’alto commissario per la politica estera Federica Mogherini lunedì volerà a New York; l’obiettivo è quello di ottenere una risoluzione dell’Onu entro il summit europeo del 25 e 26 giugno che dia il via libera agli interventi antiscafisti. Risoluzione che risulta essere necessaria anche in considerazione di quanto affermato dall’ambasciatore libico all’Onu secondo cui la Libia non appoggia l’idea di interventi europei nelle sue acque territoriali.
«I tempi per una risoluzione Onu non sono così lunghi anche se l’operazione ha un certo livello di complessità. Tra una decina di giorni si capirà se la bozza preparata dall’Italia, presentata dal Regno Unito e sul quale esiste già intesa tra Francia, Gran Bretagna, Spagna e Lituania possa essere accolta anche dagli altri undici membri del Consiglio di sicurezza, a partire dai membri permanenti con diritto di veto. Dai contatti fin qui avuti da Federica Mogherini e da noi non vedo obiezioni di principio da parte degli Stati Uniti. E neppure da Russia e Cina. Ma la convergenza su un testo non è mai semplice» ha spiegato il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
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