Il rapporto rischio/rendimento

Livio Spadaro

11/04/2016

11/04/2016 - 14:41

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Il rapporto rischio-rendimento è alla base delle strategie di tutti i trader dei mercati finanziari. Ecco tutto ciò che c’è da sapere sul rapporto rischio-rendimento.

Il rapporto rischio/rendimento

Nel trading è molto importante saper gestire la propria operatività in base alle scelte definite sul rapporto rischio-rendimento. Non è importante su quale mercato si opera ma è importante avere la padronanza e la flessibilità di impostare le nostre scelte di investimento sul rapporto rischio-rendimento.

Tutti i trader dei mercati finanziari usano tale ratio per decidere le proprie operazioni. Il rischio-rendimento non è definibile in una strategia generale ma è da adeguare alle operazioni che di volta in volta ci vengono offerte dal mercato. È ovvio che tale rapporto cambi in base alle condizioni dei mercati, del sentiment personale e su quale strumento si sta decidendo di investire.

Nel dettaglio, ecco alcuni accorgimenti su come gestire il rapporto rischio-rendimento nelle proprie strategie di trading.

Il rapporto rischio-rendimento è alla base delle strategie di tutti i trader

Nei mercati finanziari è molto comune l’utilizzo del rapporto rischio-rendimento. Ogni trader presente sulle Borse a livello globale fa uso di questo ratio per definire le proprie strategie di trading e per scegliere al meglio i propri investimenti.

È pratica comune infatti costruire, anche solo a livello mentale, il rischio e il rendimento che si vogliono conseguire nel momento in cui si accetta di fare un trade sulla Borsa.

Non è importante su quale mercato si stia operando ma ha importanza lo strumento con cui si opera e la tendenza ad assumersi dei rischi. In fasi di mercato come quella attuale, sopportare un rischio è difficile e molti operatori tendono ad utilizzare un rapporto rischio-rendimento più basso.

Ne consegue che assumendosi meno rischi si generino anche meno guadagni mentre chi è più propenso a rischiare avrà la possibilità di generare maggiori profitti. Ogni soggetto ha la propria propensione al rischio che tuttavia può essere mitigata attraverso l’uso di alcune accortezze.

Rapporto rischio-rendimento: ecco come gestirlo

Un primo passo è quello di diversificare il proprio portafoglio titoli, neutralizzando così il rischio di un singolo investimento in modo che non deteriori l’intero portafoglio. Un’altra accortezza sta nel diversificare le tipologie di titoli posseduti, creando così un portafoglio composto da strumenti diversi e perché no anche di nazioni diverse.

Altra mossa utile a gestire il rischio-rendimento è di utilizzare la stop loss, ossia un livello definito (tramite valutazioni tecniche o anche solo psicologiche) che ci aiutino nel bloccare l’andamento negativo di un investimento.

Tendenzialmente, il posizionamento della stop loss dipende proprio dalla propensione al rischio del soggetto che ne fa uso e del rischio-rendimento che ha intenzione di conseguire per l’operazione oggetto di trade.

In teoria sarebbe buona cosa avere uno schema mentale o ancor meglio matematico per gestire le posizioni di rischio-rendimento. L’analisi tecnica, magari unitamente alla fondamentale, può suggerire sia il posizionamento della stop loss che il rendimento che vogliamo conseguire in rapporto al rischio che ci stiamo accollando.

Rischio-rendimento: un esempio pratico

Si pensi ad esempio di voler scommettere su un’azione che vale 10€ perchè dall’analisi grafica sembra che il prezzo possa salire a 14€.

Il grado di rischio dell’operazione è rappresentato dall’andamento generale del mercato e dalla società emittente. È facile sbagliarsi con la sola analisi tecnica, poiché non tiene conto dei fondamentali, ma se abbiamo in mente uno schema di gestione del rischio-rendimento potremmo fissare una stop loss a 8€.

Quindi, in questo caso, staremmo rischiando una tot cifra per conseguire 4€ di guadagno contro una perdita di 2€, il che rende il nostro rapporto pari a 2:1.

Un approccio del genere è abbastanza prudenziale visto che molti trader usano rapporti ben più elevati che in genere tendono poi ad incrementarsi in base al settore o al mercato su cui si trada.

Facendo un esempio sui mercati azionari, un trader di società biotech avrà un rapporto rischio-rendimento più elevato rispetto ad uno che invece normalmente trada le banche dato che il settore del primo operatore è ben più volatile del secondo.

Per questo è bene diversificare il portafoglio in modo da ridurre l’esposizione al rischio anche se potremmo essere comunque propensi a rischiare.

Rapporto rischio-rendimento: le formule di money management più usate

Ci sono alcune metodologie di money management utili a gestire il rischio-rendimento. Una su tutte è la formula di Larry Williams, una specie di «regola aurea» della gestione del rischio.

Altre formule utili sono quella di Kelly e la Optimal F che sono strumenti utili per la gestione dei contratti. In generale, avere conoscenze di money management può aiutare il trader a gestire meglio il rischio posizionandolo meglio in base al rendimento che si vuole coseguire.

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