Mentre a Gaza il conflitto israelo - palestinese continua incessante, in Europa l’antisionismo si trasforma in antisemitismo. Violenze e scontri in tutta Europa. Secondo gli ultimi report l’odio nei confronti degli ebrei è in aumento nel Vecchio Continente
Gaza ormai è territorio di guerra. Ogni giorno un nuovo bollettino annuncia l’aumento di morti, feriti e sfollati. I bombardamenti si susseguono senza sosta e la diplomazia internazionale non riesce a placare un conflitto che ha radici ben più lontane di quelle che la maggior parte della gente conosce. Non è iniziato tutto 28 giorni fa, ma prima, molto prima, in quel lontano 1897 quando il movimento sionista decise di creare lo Stato ebraico.
Da allora è successo tutto è il contrario di tutto. Una terra tradizionalmente sovraetnica e sovraculturale si è trasformata in una zona di conflitto e acredine. Tra arabi e israeliani, ma soprattutto tra israeliani e palestinesi.
Nel frattempo, mentre la diplomazia internazionale decideva come e dove creare lo Stato d’Israele, molto lontano da quelle terre si consumò una delle più grandi tragedie che il mondo abbia conosciuto: l’Olocausto.
Milioni e milioni di ebrei morti a causa dell’odio, del nazismo e di quell’antisemitismo che l’Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali definisce come:
percezione descrivibile come odio verso gli ebrei. Le manifestazioni retoriche e fisiche dell’antisemitismo sono dirette contro singoli ebrei o non ebrei, e/o contro la loro proprietà, contro le istituzioni comunitarie e contro le strutture religiose ebraiche. Inoltre tali manifestazioni possono anche avere come bersaglio Israele, concepito come una collettività di ebrei. L’antisemitismo accusa frequentemente gli ebrei di cospirare ai danni del resto dell’umanità, ed è spesso utilizzato per incolpare gli ebrei di uno o più problemi politici, sociali ed economici. Trova espressione orale, scritta, e impiega stereotipi sinistri e tratti caratteriali negativi."
Oggi si pensa che tutto questo sia superato, che ciò che è successo 80 anni fa sia solo un lontano ricordo cui il Vecchio Continente guarda con vergogna e rammarico. E invece no. Perché nelle ultime settimane sembra che tutto sia riesploso. Ciò che si sta consumando a Gaza non può giustificare le numerose manifestazioni di violenza e odio che si stanno susseguendo in tutta Europa. Da Parigi a Berlino da Roma a Liegi, sono molti i casi in cui l’antisionismo (opposizione al movimento politico) si è trasformato in vero e proprio antisemitismo.
L’opposizione politica e le manifestazioni pro-Palestina sono una cosa, l’odio razziale e religioso un’altra. Il bilancio degli ultime 3 settimane ci racconta di scontri e sinagoghe colpite da molotov in Francia; di svastiche disegnate sui muri di Roma; di un cartello appeso in un bar di Liegi (Belgio) che consente l’ingresso ai cani, ma non agli ebrei; e di scontri tra manifestanti e Forze dell’Ordine a Berlino causati da alcuni violenti che si stavano dirigendo verso una sinagoga per "punire gli ebrei".
Sono in molti a pensare che ciò che Israele sta facendo a Gaza non sia giusto, sono in molti a chiedere al Governo di Netanyhau di fermarsi e di risparmiare le vite di tutti quei civili che di giorno in giorno stanno morendo sotto le bombe lanciate senza sosta. Ma invocare la pace non vuol dire lasciarsi trasportare di quel sentimento distruttivo e violento che rappresenta la base dell’antisemitismo.
Secondo il Community Security Trust, nel Regno Unito, nel solo mese di luglio si sono verificati più di cento episodi di matrice antisemita. Poco meno di un mese prima erano la metà.
Stando ai risultati di uno studio del 2013, citato da NewsWeek e condotto dall’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali, il 29% degli ebrei sta pensando di lasciare il Vecchio Continente a causa di "insulti, discriminazioni e violenza fisica" ricevuti, una realtà che:
"nonostante gli sforzi dell’UE e degli Stati membri non mostra di allontanarsi (dall’antisemitismo) dal passato"
.
Il presidente della Jewish Agency, Natan Sharansky sostiene che:
"il livello di preoccupazione per la sicurezza in Europa supera quello registrato in Asia o in America Latina. Questo sentimento di insicurezza sta crescendo. È difficile immaginare che in Francia, in Belgio e in molti altri Paesi agli ebrei venga detto di non uscire per le strade indossando una kippah",
E quanto sta accadendo a Gaza non fa altro che acuire il problema.
Un recente rapporto dell’ Anti Defamation League di New York, fa emergere che il 26% degli intervistati ha un pensiero profondamente antisemita. I livelli più alti sono stati registrati in: Palestina 93% e l’Iraq al 92%. In Europa "vince" la Grecia (69%), seguita da Polonia (45%), Francia (37%) e Belgio (27%).
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