Una protesi tecnologica simile a quella di Luke Skywalker in Guerre Stellari che traduce gli impulsi elettrici dei muscoli. Invenzione americana per aiutare pazienti con amputazioni o con disturbi neurologici
L’agenzia di ricerca del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (Defense Advanced Researche Agency, nota come Darpa), ha finanziato un progetto a metà strada tra la frontiera medica e l’elogio al cinema.
Il progetto, un braccio bionico, partorito da Dean Kamen e sviluppato dalla società americana Deka Research and Development si chiama «Deka arm system», ma da subito è stato soprannominato “Luke” per lo stretto richiamo ad un elemento inconfondibile di uno dei film cult non solo negli Stati Uniti ma del mondo, il lungometraggio Star Wars, la saga intergalattica che ci ha fatto conoscere personaggi come Dart Fener e Luke Skywalker.
Il soprannome proviene proprio da un personaggio del film, Luke Skywalker appunto; dopo aver perso un braccio durante una battaglia laser viene munito di un braccio elettronico per compiere i movimenti. Nei film come è noto, si da largo spazio alla fantasia, in quanto non viene mai richiesto un brevetto o dei dati scientifici, ma gli Usa, come al solito, non demordono e hanno dato vita ad una protesi tecnologica che nulla ha da invidiare al braccio elettronico del film di George Lucas.
La protesi tecnologica ha recentemente ottenuto l’approvazione per la commercializzazione dalla Food and Drug Administration (Fda), l’ente statunitense che si occupa del controllo di alimenti e medicinali. L’Fda dopo una serie di test ha concesso il diritto alla vendita.
Deka si distingue dalle tradizionali protesi in quanto è dotato di importanti avanzamenti tecnologici. Il braccio bionico è in grado di funzionare interpretando gli impulsi elettrici dei muscoli. La protesi è controllata dall’elettromiografia (Emg), degli elettrodi applicati sulla parte finale del braccio amputato raccolgono gli impulsi delle contrazioni muscolari, tradotti in movimenti da un computer, eseguiti poi dal braccio bionico.
Il braccio artificiale ha il peso e la forma che si avvicina di molto ad un braccio umano, compie dieci movimenti diversi e dispone di sei distinti modelli di impugnatura, in base alla proiezione degli scenari di utilizzo. Una protesi che darà la facoltà a chi la utilizza di compiere operazioni come cucinare, aprire una porta, girare una chiave o addirittura prendere delle uova senza romperle.
Secondo l’Fda per il momento, l’utilizzo della protesi è valida per i pazienti che hanno un’amputazione dalla spalla in giù, la parte superiore del braccio oppure dell’avambraccio, non è stato ancora studiato un sistema in grado di interpretare gli impulsi delle articolazioni di polso o gomito.
Il braccio Deka non è solo un feticcio per amanti del cinema, bensì il risultato dell’avanzamento medico-scientifico che potrebbe concedere diversi benefici a molte persone, da chi ha subito una amputazione a chi ha malattie neurologiche come i tetraplegici.
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