BPE sembra pronta a rompere la resistenza di 7,69 e puntare al target price di 8,14 se dal Tar del Lazio arriveranno notizie positive sulle trasformazioni delle popolari in Spa.
La Banca popolare dell’Emilia Romagna (BPE) è un gruppo popolare italiano al quale appartengono tra l’altro, il Banco di Sardegna, Banca di Sassari, Cassa di risparmio di Bra.
L’azienda capitalizza ad oggi circa 3,6 mld di Euro e attribuisce ai suoi azionisti un dividend yeld dello 0,26%.
Il Tier 1 capital ratio dichiarato è dell’11,3% mentre il fatturato registrato a Dicembre 2014 ammontava a 2,2 mld di Euro per un utile finale di 52 milioni di Euro.
Dal bilancio 2014 emerge che la principale fonte di reddito della BPE è il comparto retail banking che incide per quasi il 43% del fatturato seguito poi dalle attività corporate banking che incidono per il 33% mentre l’area finance contribuisce per il 20%.
BPE: da popolare a spa. Attesa per il Tar del Lazio
Sebbene i numeri dell’azienda a livello di bilancio non siano particolarmente a sconto e sebbene il titolo non abbia una grandissima capitalizzazione è sempre opportuno ricordare che in quanto popolare, salvo un blocco del Tar mercoledì, dovrà trasformarsi in Spa e considerando la sua capitalizzazione “bassa” potrebbe entrare nel risiko bancario come possibile preda.
Banca popolare dell’Emilia Romagna: analisi tecnica e prospettive
Analizzando il titolo a livello tecnico possiamo notare che dopo aver tenuto il supporto in area 7 BPE è tornato a ridosso della prima resistenza in area 7,69.
Anche se la BPE si trova al momento su livelli non proprio bassi, considerando un’ottica di medio periodo possiamo valutare un entry level su questi livelli puntando sul fatto che, se mercoledì non arriveranno notizie negative dal Tar del Lazio, il titolo potrebbe fare un ulteriore strappo a rialzo fino al Target price in area 8,14.
Qualora però le notizie di mercoledì siano negative, allora sarà molto opportuno fissare un livello di stop-loss sul supporto in area 7, poiché la sua eventuale rottura lo proietterebbe fino a 6,35 visto che la prospettiva di operazioni di fusione e acquisizione del comparto sarebbero rinviate fino a che non vi siano modifiche della legge.
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