Con un -1,1% su base mensile, anche la produzione industriale italiana registra cali. Questa l’analisi dell’Istat, che nel suo ultimo rapporto descrive la situazione delle industrie.
I dati che riporta l’istituto sono quasi tutti negativi. Oltre alla riduzione dell’1,1%, il prodotto industriale diminuisce nel trimestre maggio-luglio dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. “Per quanto riguarda le dinamiche tendenziali dei settori di attività economica-dice l’Istat-, a luglio 2013 l’unico comparto in crescita è quello delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori”. Difatti questi settori vedono la loro produzione salire su tutte le basi: del 4,4% mensile, dello 0,1% su base trimestrale e del 2,3% su base annuale. Male invece l’energia (- 7,1% in confronto a giugno), beni strumentali (-6,6%), beni di consumo e beni intermedi. Così dopo l’annuncio della ripresa, oggi arrivano questi numeri che-anche se si riferiscono allo scorso luglio- evidenziano perdite in un’area importante della nostra economia. Intanto anche la Bce interviene sull’attuale situazione. Tramite il suo bollettino mensile, la Banca centrale guidata da Mario Draghi migliora le aspettative dell’eurozona anche se vede l’Italia a rischio deficit. Anche il commissario europeo per gli Affari economici, Olli Rehn, che dice che potrebbero esserci rischi da questa instabilità politica.
Ciò che è certo è che l’industria registra diminuzioni nelle produzione. Non si salva nemmeno il manifatturiero che a parte il tessile e la fabbricazione di prodotti petroliferi, vede contrazioni in tutte le altre voci come industrie alimentari o di riparazione. Come se questi numeri non bastassero, Confcommercio dichiara che nell’ultimo trimestre sono calati i consumi. Così come il reddito delle famiglie, tornato ai livelli di venticinque anni fa
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