ISIS, settimana di terrore. Ma perché l’Occidente non piange per Baghdad?

C. G.

5 Luglio 2016 - 16:35

L’attacco terroristico di Baghdad non ha generato, in Occidente, le stesse reazioni degli altri attentati avvenuti questa settimana. Per quale motivo?

ISIS, settimana di terrore. Ma perché l’Occidente non piange per Baghdad?

L’attacco terroristico rivendicato dall’ISIS e avvenuto a Baghdad, ha generato delle reazioni minori rispetto agli altri attentati compiuti nei giorni scorsi.
Per quale motivo lo stesso terrorismo genera reazioni diverse?

L’ultima settimana di attacchi ha fatto rinascere innumerevoli paure in tutto il mondo.
Prima il terrorismo ha colpito l’aeroporto di Istanbul facendo più di 40 vittime, poi ha colpito il Bangladesh con altre 20 vittime fra cui molti italiani.
In entrambi i casi la reazione del mondo intero è stata di cordoglio, paura, disperazione; insomma, più o meno la stessa reazione che il mondo aveva avuto con gli attentati terroristici di matrice ISIS a Parigi e Bruxelles.
Hashtag che hanno invitato alla preghiera, utenti che hanno cambiato la loro immagine del profilo Facebook inserendo la bandiera dello stato colpito, prime pagine sui giornali: tutto per dimostrare vicinanza e cordoglio.
Questo, però, non è avvenuto, o forse è avvenuto in misura nettamente minore, nei confronti dell’attentato di Baghdad.
L’attacco è solo l’ultimo di una serie interminabile di attentati terroristici a Baghdad, ma secondo l’Indipendent non creerà in occidente lo stesso panico e la stessa tristezza generati dai precedenti.

Certo, il cordoglio davanti l’attentato di Baghdad è stato naturale, ma non ha generato le stesse reazioni rispetto ai precedenti neanche sui social, dove le proteste contro il terrorismo ed il cordoglio per le vittime assumono, in genere, dimensioni enormi.
Ma perché? Siamo diventati abituati agli attentati terroristici in determinate parti del mondo come l’Iraq?

Attentati ISIS: una settimana di terrore

Martedì sera tre sospetti militanti dell’ISIS hanno dato vita ad un imponente attacco terroristico nell’aeroporto più grande della Turchia, a Istanbul, prima sparando a caso sui viaggiatori e poi facendosi esplodere.
I morti sono stati almeno 45 e il mondo intero è andato nel panico.
L’aeroporto Ataturk di Istanbul è uno dei più affollati d’Europa e del Medio Oriente ed è anche uno fra i più protetti.
Quanto sono sicuri gli aeroporti è la domanda che tutti si sono posti.
Poi, qualche giorno dopo, il terrorismo ha colpito il Bangladesh: uomini armati, collegati all’ISIS, hanno fatto strage in un caffè: almeno 20 le vittime, soprattutto italiane e giapponesi.
Poi, infine, è stato il turno di Baghdad.
Nelle prime ore di domenica, mentre centinaia di iracheni erano raccolti in preghiera per il Ramadan, un’autobomba è esplosa nell’affollato distretto di Karada causando la morte di 121 persone - numero destinato a salire - tra cui molti bambini.
L’area è a prevalenza sciita il che la rende un target per i gruppi estremisti sunniti.

Attacco ISIS a Baghdad: le reazioni del mondo

Le autobombe che hanno colpito la capitale irachena e le 200 vittime coinvolte, non hanno generato eccessive dimostrazioni di cordoglio da parte del mondo occidentale.
Nessuno ha cambiato la propria immagine del profilo Facebook con la bandiera dell’Iraq, nessuno ha pubblicato in prima pagina nomi e storie delle vittime, come invece è accaduto in occasione di altri attacchi terroristici.
Quello avvenuto due giorni fa è solo l’ultimo di numerosi attentati che stanno distruggendo l’Iraq.
La BBC ha riportato una lista di attacchi legati all’ISIS avvenuti nello stato e ciò che emerge è una scia di innumerevoli morti solo dall’inizio del 2016.

Non è quindi l’insensibilità nei confronti di attacchi terroristici in luoghi troppo lontani da noi a far reagire le persone in modo diverso davanti stragi di uguale portata.
È il terrorismo, in particolare ISIS, che sta rendendo le persone sempre più abituate a questi attacchi, soprattutto in determinati paesi come l’Iraq.

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