Come non pagare l’Imu 2023?

Patrizia Del Pidio

23 Novembre 2023 - 15:22

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Per chi si chiede come non pagare l’Imu 2023, le strade potrebbero essere diverse, alcune legali e altre rischiose. Vediamo chi può risparmiare sull’imposta per la casa.

Come non pagare l’Imu 2023?

Come non pagare l’Imu 2023? L’imposta sulla casa è uno di quei tributi che in Italia è odiato, forse perché si tratta di un balzello sul patrimonio. Proprio per questo non sono pochi gli italiani che cercano le vie migliori per non versare l’Imu. Ci sono delle strade che permettono di non versare il dovuto che sono del tutto legali, altre, invece, che, seppur allettanti, possono essere anche molto rischiose.

Con l’avvicinarsi della scadenza della seconda rata dell’Imu, fissata al 18 dicembre 2023, si inizia a pensare anche al modo di poter avere esenzioni o riduzioni dal versamento. Per quest’anno le novità più importanti sull’Imu riguardano i coniugi con la doppia residenza.

Imu 2023, una delle imposte più odiate

L’Imu, insieme alla Tasi, è l’imposta che deve essere pagata da chi possiede un immobile. Ne sono esenti solo le abitazioni principali, a patto che non siano classificate come «di lusso».

Insieme al Canone Rai e al Bollo auto, sicuramente l’Imu è una delle imposte che i contribuenti odiano maggiormente, ma è anche una di quelle maggiormente evase. Basti pensare che le mancate entrate per le casse dello Stato per tali evasioni superano i 5 miliardi l’anno.

E quando si tratta di evadere una tassa o un’imposta gli italiani sanno essere molto fantasiosi. E nel caso dell’Imu le strategie messe in campo sono diverse, come quella delle separazioni finte o con i falsi cambi di residenza dei coniugi nei diversi immobili che possiedono e che sono situati in diversi Comuni.

Ma, se molti scelgono strategie ai limiti dell’illegalità, ci sono anche scelte perfettamente legali che permettono se non proprio di essere esonerati dal pagamento dell’imposta almeno di poter risparmiare sulla stessa. Si tratta di scelte fiscali che possono essere, nel lungo periodo, molto convenienti e provocare molte meno preoccupazioni rispetto all’agire in modo fraudolento.

Come non pagare l’Imu: comodato d’uso gratuito

Non pagare totalmente l’Imu è difficile; meno complesso è invece accedere a sconti e agevolazioni fiscali che, sebbene non facciano venir meno l’obbligo di versare una quota delle tasse sulla casa, consentono di risparmiare somme considerevoli alla fine dell’anno.

È possibile non pagare l’intero importo dell’Imu dovuta nel caso di concessione dell’immobile non esente in comodato d’uso gratuito a parenti in linea retta di primo grado.

Per gli immobili concessi in comodato tra genitori e figli, sia per l’Imu che per la TasiI è riconosciuto uno sconto del 50% sul totale dell’imposta dovuta. Si ricorda che per beneficiare dell’agevolazione è necessario che vengano rispettati determinati requisiti, quali:

  • l’immobile deve essere utilizzato dal comodatario come abitazione principale;
  • l’immobile concesso in comodato d’uso gratuito non deve rientrare tra le categorie catastali di lusso (A/1, A/8 e A/9);
  • il comodante deve possedere un solo immobile in Italia oltre alla casa principale;
  • il comodante deve avere residenza e dimora abituale nello stesso Comune in cui è situato l’immobile concesso in comodato d’uso;
  • il comodante deve presentare la dichiarazione Imu per attestare il possesso dei requisiti sopra indicati.

Come non pagare l’Imu: ottimizzare il patrimonio immobiliare con cessioni e donazioni

Esistono altre modalità totalmente legali per non pagare le tasse sulla casa. Una tra le più note è l’“ottimizzazione del patrimonio immobiliare” tra parenti.

Si pensi a un contribuente possessore di due immobili, il primo esente Imu e Tasi, mentre il secondo sottoposto all’obbligo di pagamento. Per evitare il notevole esborso monetario annuale, si può scegliere di donare l’immobile a un figlio.

Se questi trasferirà nell’immobile donato la sede della propria abitazione principale, potrà beneficiare dell’esenzione prevista per le prime case.

Ovviamente, nel caso in cui si optasse per questa scelta con l’obiettivo di non pagare l’Imu o la Tasi, è bene considerare che le donazioni sono quasi sempre irrevocabili, e pertanto sarà fondamentale valutare caso per caso quando conviene e quando no.

Modifiche catastali per non pagare l’Imu: immobili collabenti F2

Esiste un terzo caso, o meglio sarebbe dire una terza condizione, per non pagare l’Imu.

Sono esonerati dal pagamento delle imposte sulla casa gli immobili collabenti (categoria catastale F2). Si tratta di edifici privi di rendita catastale in quanto non in grado di produrre reddito a causa dello stato di particolare degrado.

Si pensi, ad esempio, a ruderi, immobili demoliti in parte, con il tetto crollato. Insomma, nel caso di possesso di una casa inutilizzabile o inagibile, è possibile richiedere una revisione della categoria catastale per sfuggire al prelievo Imu e Tasi.

Come non pagare l’Imu: le finte residenze

Quelle fin qui elencate sono ipotesi del tutto legali, che consentono al contribuente di risparmiare sulle imposte dovute senza correre il rischio di contestazioni da parte del Fisco.

Non tutti però scelgono la via del giusto per non pagare l’Imu. Un caso tra tutti è quello delle finte separazioni o meglio dei cambi di residenza fittizi, balzato agli onori della cronaca per la stretta prevista con la Legge di Bilancio 2020.

Sono diversi i coniugi che, per non pagare le tasse sulla seconda casa posseduta, dichiarano di avere residenze separate, di modo che ambedue gli immobili - situati in comuni diversi - siano considerati abitazione principale e, in quanto tali, esenti dal versamento.

Il fenomeno delle finte prime case è tutt’altro che marginale, ed è per questo che la Legge di Bilancio 2020 ha introdotto la possibilità di fruire dell’esonero Imu soltanto per la prima casa del “nucleo familiare”.

In altre parole, ogni famiglia poteva avere una sola abitazione principale sulla quale non pagare l’Imu, anche se la seconda casa si trovava fuori dal territorio del Comune di residenza.

Ma questa norma è stata completamente ribaltata da una sentenza della Corte Costituzionale. Con la sentenza 209 del 13 ottobre 2022 la Consulta ha ritenuto del tutto lecito il fatto che i coniugi con doppia residenza abbiano diritto alla doppia esenzione sull’Imu e questo a prescindere da dove siano collocate territorialmente le due abitazioni in questione.

Secondo la sentenza negare la doppia esenzione la doppia esenzioni a marito e moglie che, per esigenze lavorative o di altra natura, devono vivere in due abitazioni distinte, è come porre un ostacolo alla formazione della famiglia.

Questo ha portato il legislatore ad assicurare la doppia esenzione ai coniugi con diversa residenza, anche se in due abitazioni situate nello stesso Comune. Gli effetti della sentenza non si producono solo per il futuro ma, essendo retroattivi, hanno dato diritto a moltissimi coniugi con diversa residenza, che negli ultimi anni hanno pagato la doppia imposizione, di chiedere il rimborso di quanto versato, ma non dovuto.

La richiesta di rimborso va presentata entro 5 anni dal sorgere del diritto ed ha effetto per i 5 anni precedenti, per i quali è possibile, quindi, chiedere il rimborso.

Ovviamente questa novità del 2022 ho portato molti italiani ad approfittare della cosa per evadere il pagamento dell’Imu sulla seconda casa. Basta che uno dei due coniugi sposti la residenza nella seconda abitazione per non versare l’Imu. In questo caso però, è compito dei Comuni vigilare su eventuali abusi della doppia residenza.

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