Anche il Canada si aggrega a coloro che sono molto preoccupati per gli eccessivi deficit di bilancio pubblici delle economie più industrializzate (Eurozona, USA, Giappone, Regno Unito). In attesa del G20 che si terrà proprio in Canada, le preoccupazioni per una crisi monetaria globale aumentano giorno dopo giorno. L’Euro resta la valuta maggiormente sotto pressione. Il cambio Eur/Chf, sul quale avevamo già puntato l’attenzione per un eventuale breakdown di area 1,45, è crollato pericolosamente fino in area 1,4350 con un forte aumento della volatilità. Ormai i tempi sono maturi per un allungo fino ai minimi toccati a fine ottobre 2008 in area 1,43, un’area di supporto che andrà monitorata attentamente perché si è dimostrata un punto di approdo dal quale poi si è ripartiti con decisione, senza contare il probabile intervento della Banca Centrale svizzera per arginare la forza del Franco.
Il sentiment per la valuta unica europea è tornato ampiamente negativo, tanto che dalle resistenze di 1,38 contro Dollaro e di 125 contro Yen si è scesi mediamente di oltre 200 pip. Intanto, sebbene la Grecia abbia smentito l’eventuale appoggio del FMI in caso di necessità, il prossimo 25 marzo si dovrebbe decidere definitivamente sul piano di aiuti per Atene. La Merckel è ferma sulle sue posizioni e ha ribadito che i Paesi che non rispettano i parametri di Maastricht devono uscire fuori dalla zona Euro. A questo punto dovrebbero fare le valigie anche Spagna, Portogallo, Irlanda, Finlandia, Italia. Quindi, chi rimarrebbe all’interno dell’Unione?
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