Guerra Iraq 2003: il rapporto Chilcot boccia la guerra e muove forti accuse nei confronti di Tony Blair. Perché? Ecco il rapporto spiegato in 7 punti.
Guerra Iraq 2003: il rapporto Chilcot boccia Tony Blair. Cosa dice il Rapporto Chilcot sulla guerra in Iraq del 2003?
All’indomani della pubblicazione dell’attesissimo Rapporto Chilcot, relativo all’intervento militare britannico nella guerra in Iraq del 2003, non ci sono più dubbi: la guerra è stata inutile e dannosa.
La guerra in Iraq nel 2003 ha anche contribuito alla diffusione del terrorismo in Medio Oriente. Ecco il rapporto Chilcot spiegato in 7 punti.
Guerra Iraq 2003: che cos’è il Rapporto Chilcot?
Il Rapporto Chilcot ha preso in esame in ben 7 anni di lavoro migliaia di dati allo scopo di far chiarezza sulle circostanze che portarono il Governo di Tony Blair ad entrare in guerra assieme agli Stati Uniti contro Saddam Hussein. La guerra ha causato la morte di 179 soldati britannici e 4.500 americani.
La commissione ha visionato oltre 150.000 documenti e sono stati sentiti più di 150 testimoni, tra cui l’ex premier Tony Blair.
Guerra Iraq 2003: il Rapporto Chilcot in 7 punti
Accuse pesanti e perentorie quelle che cadono sulla testa dell’ormai ex-ministro inglese Tony Blair, allora tra i più feroci sostenitori dell’invasione in Iraq.
Ecco le conclusioni del report in 7 punti chiave:
- il Regno Unito ha scelto di unirsi all’invasione prima di valutare altre opzioni di pace;
- Tony Blair ha volutamente ingigantito la minaccia rappresentata da Saddam Hussein;
- George W. Bush ha in gran parte ignorato il parere del Regno Unito sui piani del dopoguerra;
- non c’era nessuna minaccia imminente da parte di Saddam Hussein;
- le agenzie di intelligence britanniche hanno fornito informazioni false e incomplete;
- i militari del Regno Unito erano mal equipaggiati per le operazioni militari;
- le relazioni tra Regno Unito e USA non sarebbero state danneggiate se il Regno Unito fosse rimasto fuori dalla guerra.
Guerra Iraq 2003: Tony Blair ha favorito il terrorismo?
Il Rapporto Chilcot ha evidenziato come all’epoca Tony Blair si fosse espresso chiaramente circa il da farsi accordandosi con il presidente USA George W. Bush molto prima di sottoporre la questione dell’intervento militare all’attenzione del Parlamento.
L’attacco da sferrare al totalitarismo di Saddam Hussein era dunque ineluttabile e già pianificato, tutto in difesa delle democrazie occidentali.
Lo rivelano 11 note private pubblicate dal Mirror britannico, nelle quali dal settembre del 2001 il Premier inglese e l’ex inquilino della Casa Bianca più contestato di sempre commentavano le future strategie di aggressione per eliminare il leader iracheno.
Con questo atteggiamento sconsiderato, secondo Chilcot, il Regno Unito e gli USA hanno minato l’autorità dell’ONU, stabilendo delle basi legali per attaccare l’Iraq del tutto insoddisfacenti e sommarie.
I piani per il dopoguerra furono inoltre catastrofici senza contare che la scelleratezza dell’ex Premier inglese ha in qualche modo favorito i terroristi facendo circolare ingenti carichi di armi di cui si sono impadroniti.
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