Greenpeace ha dichiarato di aver perso quasi 4 milioni di euro, a causa di una speculazione ribassista sull’euro rivelatasi fallimentare
Da qualche giorno rimbalza su web e stampa la notizia di una fallimentare speculazione sul mercato delle valute effettuata da un’organizzazione impegnata nella difesa dell’ambiente in tutto il mondo da oltre quart’anni. Si tratta di Greenpeace, che avrebbe perso 3,8 milioni di euro donati dai sostenitori di ogni angolo del pianeta. La perdita milionaria è stata resa pubblica dal settimanale tedesco Der Spiegel. Secondo quanto dichiarato da Mike Townsley, portavoce di Greenpeace International, si è trattato di un investimento finanziario sbagliato effettuato da un dipendente che nel frattempo è già stato licenziato.
Townley ha sottolineato che sono mancati i consueti controlli e le autorizzazioni previste per questo genere di operazioni, riconducibili a una sorta di “assicurazione” sugli scambi monetari dell’organizzazione. Greenpeace riceve le donazioni da oltre 40 paesi in tutto il mondo. Ogni ufficio nazionale deve girare il denaro a Greenpeace International, che ha sede ad Amsterdam, che li deposita su un conto denominato in euro. Poi questi fondi vengono trasferiti in circa 20 paesi e quindi denominati nella valuta locale per essere utilizzati nelle varie campagne pacifiste e ambientaliste dell’organizzazione.
Greenpeace conosce i rischi legati all’effetto-valuta e per questa ragione sottoscrive contratti assicurativi con broker specializzati in questo genere di operazioni, allo scopo di limitare il rischio legato alle potenziali oscillazioni delle singole monete. La maxi-perdita registrata tra lo scorso anno e i primi mesi del 2014 è dovuta all’eccessivo apprezzamento dell’euro sui mercati valutari, mentre l’associazione stava scommettendo sul ribasso. Secondo Townsley, però, il dipendente che ha commesso l’errore agiva in buona fede e per questo non è stata effettuata la richiesta di risarcimento danni.
La perdita è stata costosa, anche se corrispondente a poco più dell’1% del budget annuale dell’organizzazione che si aggira intorno ai 300 milioni di euro. Il rischio maggiore per Greenpeace è la possibile perdita di credibilità, soprattutto in Germania: qui la notizia ha fatto maggiormente scalpore, visto che i donatori tedeschi sono i più attivi con oltre 580.000 iscritti e con il controvalore più elevato delle offerte. Greenpeace si è prontamente scusata per l’errore e ha dichiarato che recupererà il denaro risparmiando nei prossimi 2-3 anni su infrastrutture ed equipaggiamenti.
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