Green pass per lavorare: cosa hanno chiesto i sindacati al governo

Teresa Maddonni

03/08/2021

03/08/2021 - 11:01

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Il green pass per lavorare, e quindi l’obbligo di vaccino in azienda, accende il dibattito politico e pubblico. I sindacati ieri hanno incontrato il presidente del Consiglio Draghi per discuterne.

Green pass per lavorare: cosa hanno chiesto i sindacati al governo

Green pass per lavorare? I sindacati hanno incontrato ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi e hanno discusso sulla possibilità dell’obbligo o meno del vaccino in azienda e conseguentemente del green pass.

Ma cosa hanno chiesto i sindacati? A partecipare all’incontro di governo sono stati i rappresentanti sindacali di CGIL, CISL e UIL, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, che pur essendo favorevoli al green pass in linea generale ritengono che non debba essere uno strumento per licenziare e discriminare.

Il Premier sull’obbligo del vaccino agli insegnanti ha informato i sindacati che incontrerà il ministro dell’Istruzione.

Green pass per lavorare: cosa hanno chiesto i sindacati al governo

I sindacati hanno parlato con il governo del green pass per lavorare, argomento al centro del dibattito pubblico e politico destinato ancora a far discutere.

“Per introdurre l’obbligo vaccinale e il green pass obbligatorio serve una legge. Se ci fosse una legge, questa non dovrà comunque portare a licenziamenti nei luoghi di lavoro né essere discriminatoria con demansionamenti.”

Queste la linea comune dei tre leader di CGIL, CISL e UIL. L’obbligo del vaccino e del green pass per lavorare, che dovrebbe quindi essere previsto per legge, non dovrà essere quindi discriminatorio e portare al licenziamento del lavoratore.

“Nulla in contrario sul principio all’estensione del green pass ma non può diventare strumento da usare per licenziare e discriminare lavoratori e lavoratrici ”, ha specificato il leader della Cgil Maurizio Landini che ha informato che il governo, sul green pass per lavorare si è riservato la possibilità di valutare questa eventualità e allo stesso tempo ha assicurato che terrà conto delle osservazioni avanzate dai sindacati.

E anche Sbarra è intervenuto a margine dell’incontro con il governo sul green pass per lavorare:

“Se il governo sulla base di dati scientifici e sanitari ritiene che ci sia una fondata preoccupazione sulla ripartenza del Covid, nella sua autonomia può adottare una norma legislativa che valga non solo per i lavoratori ma per l’insieme dei cittadini.”

E ancora ha precisato:

“Siamo disponibili ad aprire un confronto con le associazioni datoriali per migliorare i contenuti dell’accordo. Sul vaccino c’è un accordo sulla sicurezza sanitaria sottoscritto dalle parti sociali e inserito in un decreto, e qualsiasi tentativo di modificarlo necessita di una legge”

La prima proposta sul green pass per lavorare è arrivata non a caso da Confindustria che ha subito attirato la contrarietà di molti lavoratori e dei sindacati.

Questo quanto emerso dall’incontro, quindi i sindacati hanno chiesto al governo che il green pass per lavorare necessiterebbe prima di tutto di una legge e non dovrebbe pertanto essere discriminatorio e portare al licenziamento dei lavoratori.

Green pass per lavorare, ma senza licenziare

Il green pass per lavorare può essere introdotto, ma senza licenziare. Non deve essere discriminatorio e deve riguardare la totalità dei cittadini mediante un intervento normativo.

Allora cosa potrebbe rischiare il lavoratore? Premesso che il green pass si può ottenere anche con un tampone negativo, è chiaro che per lavorare servirebbe il certificato verde rilasciato dopo il vaccino.

In caso di lavoratore non vaccinato e quindi senza green pass lo stesso può rischiare la sospensione senza stipendio come una sentenza recente del Tribunale di Modena ha evidenziato.

L’azienda Sterilgarda, per esempio, ha inserito l’obbligo di green pass per lavorare pena il demansionamento e la sospensione senza stipendio. L’azienda è stata oggetto di numerose critiche.

Brunello Cucinelli, noto imprenditore della moda, ha deciso di introdurre l’obbligo di green pass in azienda. La sua proposta prevede che il dipendente che rifiuta il vaccino venga lasciato a casa, quindi sospeso, ma con lo stipendio; si tratta di un’aspettativa retribuita di 6 mesi.

Non solo tuttavia, alcune aziende hanno anche previsto un bonus in busta paga per chi si vaccina e si presenta quindi al lavoro con il green pass.

Nelle prossime ore sapremo cosa deciderà il governo sul green pass, anche per il vaccino agli insegnanti, dal momento che in settimana è atteso un nuovo decreto.

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