Seconda giornata a Riga dell’Eurogruppo senza nessun accordo. Il commissario Ue agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici ha dichiarato che non c’è un piano B.
Cresce la frustrazione dei ministri nei confronti del responsabile greco delle finanze che continua a non fare interventi ma vere e proprie lezioni. Tale è la sfiducia, che l’Eurogruppo ha comunicato l’esito della riunione direttamente al premier Tsipras, ’bypassando’ Varoufakis, a quanto pare per assicurarsi che il messaggio arrivi corretto. Il risultato della riunione è che non c’è nessun accordo.
VOLANO GLI STRACCI
il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis da alcuni suoi colleghi all’Eurogruppo è stato definito:
Un perditempo, un giocatore d’azzardo, un dilettante, per il modo con cui sta portando avanti le trattative con i creditori internazionali.
Non esiste nessun "piano B" per la Grecia.
La Grecia non lascerà né l’Unione europea e né l’euro ma non è chiaro come risolverà i suoi problemi di liquidità sia per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici e sia le pensioni. Nuova liquidità è necessaria anche per pagare le scadenze dei prestiti che ha ricevuto. Il commissario Ue agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici ha dichiarato:
La Grecia deve restare nella zona Euro. Lo vogliamo tutti, le autorità greche, le istituzioni, i membri del Consiglio Ecofin. C’e’ qualche irritazione qua e là perché effettivamente bisogna accelerare, il tempo preme: ci sono gli impegni da rispettare e i problemi finanziari. Per questa ragione, ieri, non direi che abbiamo fatto pressione, ma abbiamo chiesto alle autorità greche che davvero vadano avanti nelle riforme. Ce ne bisogno perché i loro impegni siano rispettati, ma soprattutto ne ha bisogno il popolo greco e l’economia greca.
Secondo Moscovici la discussione è stata ferma e chiara ma sulle possibili soluzioni nessuna dichiarazione. Naturalmente il suo messaggio e’ stato ascoltato e il commissario si è detto fiducioso che ora il processo riprenderà con più intensità e forza.
Se non c’è un piano B c’è solo un piano A ossia la Grecia riformata nell’eurozona. Però la discussione è stata "critica" in questa riunione dell’Eurogruppo ma non è servita a velocizzare i processi in corso per arrivare a un accordo sull’ultima tranche di aiuti alla Grecia, 7,2 miliardi di euro. Al riguardo il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem ha dichiarato:
Ci vorra’ ancora qualche giorno.
Appare chiaro che non ha detto niente riguardo al fatto se sia ancora possibile sul piano delle riforme della Grecia fare un accordo entro la fine del mese come previsto dall’accordo del 20 febbraio scorso.
Importante è che il nostro ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che è stato Direttore esecutivo per l’Italia del Fondo Monetario Internazionale dal 2001 al 2005 e quindi sa bene come la ex Troika oggi Bressel Group gestisce le scadenze dei prestiti. Padoan interpreta con ottimismo la gestione dell’Intesa Grecia-Ue del 20 febbraio e in merito all’ipotesi di uscita della Grecia dall’euro ha dichiarato:
Una Grexit è una ipotesi molto lontana che dimostrerebbe che l’euro non è irreversibile. Sono fiducioso che una soluzione è a portata di mano. Dobbiamo ricevere dalla Grecia una lista completa di riforme strutturali e un quadro di bilancio credibile.
Padoan è stato molto chiaro riguardo all’euro. Completare il piano di riforme è prioritario e chiaramente mancano ulteriori liberalizzazioni e privatizzazioni. Ma non basta. Occorre Un quadro di bilancio che è da intendersi porti il rapporto Debiti/Pil dal 177,1% attuale al 120% nel 2020. Purtroppo la diminuzione di tale rapporto non è facile perché anche se il debito è diminuito, 312,8 miliardi, anche il Pil è diminuito. Dai dati non ancora ufficiali nel 2014 sembra che sia di circa 177 miliardi ed è chiaramente diminuito rispetto al 2013.
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