Grecia: polemica sulle organizzazioni religiose esentate dal limite di prelievo di 60 Euro

Felice Di Maro

15 Ottobre 2015 - 21:09

Misura necessaria per finanziare la beneficenza? Polemiche contro il governo Tsipras mentre per i cittadini il limite ai prelievi in contanti è di 60 euro.

Grecia: polemica sulle organizzazioni religiose esentate dal limite di prelievo di 60 Euro

Allentare i controlli sui capitali è considerata una misura ordinaria ma mentre per i comuni cittadini il limite ai prelievi resta di 60 euro al giorno per il clero ortodosso e per tutte le altre confessioni la musica è cambiata.

La Chiesa insieme agli altri ordini religiosi ha la necessità di rilanciare le sue attività sociali e di beneficenza. Ecco allora che montano le polemiche anche perché la lettura che si fa pesa sul nuovo governo e sta imponendo una riflessione su Tsipras e su Syriza e anche su Anel, il partito degli alleati dell’estrema desta che fan parte del governo.

Le nuove norme dal ministero delle finanze prevedono che le singole arcidiocesi possano ritirare 10 Mila euro al mese contro i 1.280 circa previste e quella di Atene può arrivare fino a 20 Mila per l’articolazione del suo territorio. Si tratta di un provvedimento valido per tutte le realtà religiose e non solo per quella ortodossa. Riguarda solo le istituzioni e non i singoli preti, per loro i limiti restano in vigore.

Appare chiaro che Tsipras con la Chiesa ellenica ha ottimi rapporti e forse gli interventi di welfare annunciati potrebbero diventare una sorta di ammortizzatore sociale magari più efficace di quelli ordinari. Si ricorda che Tsipras è stato il primo premier della Grecia a non prestare giuramento religioso e peraltro i suoi figli non sono stati neanche battezzati. Non si tratta quindi in nessun modo di adesione religiosa ma di rilancio di assistenza anche per via religiosa per dare risposte alla crisi umanitaria che da anni caratterizza la Grecia.

Si tenga conto che molti degli antichi privilegi del clero sono rimasti come erano prima della crisi del 2010 e lo sono ancora. I preti che sono circa 10 Mila continuano regolarmente ad essere pagati dallo Stato e si tratta di circa 220 milioni l’anno. Naturalmente le misure imposte dalla Troika come i tagli a stipendi e pensioni e aumenti di tasse e Iva non hanno in nessun modo gravato sul patrimonio della Chiesa stimato più o meno per un miliardo di beni vari sui quali in pratica si pagano 2,5 milioni di imposte circa.

Bisogna però dire che l’arcivescovo Ieronimos ha promesso di contribuire con parte del reddito che si ricava dalle proprietà ortodosse per far ridurre il debito pubblico della Grecia, ovviamente si vedrà in seguito come si articolerà. Come è stato diffuso dai media il Sacro Sinodo aveva sostenuto Tsipras quando stava trattando con le istituzioni internazionali, ex Troika, e quando Syriza è stata costretta a firmare il noto armistizio con i creditori, anche i vertici del clero si sono allineati chiedendo una riduzione del debito. Quindi è chiaro che queste misure sono in sintonia con le nuove relazioni che si sono innovate in quest’anno.

Che la beneficenza in questi anni abbia assunto un ruolo sempre più importante per i poveri che sono sempre più numerosi è vero. Le polemiche sono che ora ogni arcidiocesi avrà la possibilità di ritirare fino a 10 mila euro mensilmente, contro i quasi 1.300 euro del limite precedente. Chiaro è che il ruolo della chiesa ortodossa sta diventando sempre più importante e non solo per il cosiddetto impegno come sostegno sociale ma anche per le rinnovate relazioni politiche e forse il governo Tsipras non vuole rinunciare a questo alleato al quale tiene in modo particolare anche la destra politica in parlamento.

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