Grecia, nessun accordo con l’Eurogruppo. Le dichiarazioni di Varoufakis, Dijsselbloem e Draghi

Felice Di Maro

24 Aprile 2015 - 18:11

Nessun accordo con l’Eurogruppo del 24 aprile. Per la Commissione Ue “Progressi non sufficienti” mentre per Draghi “Il tempo sta finendo”. Prossima riunione l’11 maggio.

Grecia, nessun accordo con l’Eurogruppo. Le dichiarazioni di Varoufakis, Dijsselbloem e Draghi

A Riga i ministri delle finanze della zona euro sono stati tutti concordi che “bisogna accelerare” ma non c’è stato nessun accordo. mentre l’indice Ase della Borsa greca nelle prime fasi della seduta si era posizionato su +3,22%.

La cornice nella quale l’Eurogruppo si è richiamata continuamente è stata quella dell’accordo del 20 febbraio, che prevede quattro mesi per rinnovare un accordo per la concessione di un prestito di 7,2 miliardi.

Al termine della riunione il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ha dichiarato:

L’attuale disaccordo con i nostri partner non è insormontabile, il nostro governo desidera razionalizzare il sistema pensionistico, per esempio limitando il pensionamento anticipato, procedere con la privatizzazione parziale degli asset pubblici, fronteggiare i crediti bancari deteriorati che stanno bloccando i circuiti del credito, creare una commissione fiscale pienamente indipendente e promuovere l’attività di impresa.

Restano delle differenze sulla visione del rapporto tra le varie riforme e il contesto macroeconomico, ma questo non significa che un terreno comune non possa essere raggiunto immediatamente. Dobbiamo concentrarci su come raggiungerlo perché non c’è alternativa.

Varoufakis è stato duramente attaccato dai colleghi europei anche con toni forti. Si coglie che i ministri dell’Eurogruppo non vogliono rispettare l’Intesa Grecia-Ue del 20 febbraio e chiedono alla Grecia un piano di riforme con forti componenti di austerity e con liberalizazioni e privatizzazioni.

Il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha rilasciato la seguente dichiarazione:

Abbiamo fatto un accordo due mesi fa. Oggi abbiamo avuto una discussione molto critica e credevamo di poter prendere una decisione, ma invece siamo molto lontani e quindi sì, è stato un dibattito molto critico.

Sulla Grecia bisogna fare di più: c’è il senso d’urgenza, i greci sanno che il tempo sta finendo, ma aprile ancora non è finito. Serve un accordo globale sulla lista di riforme prima di qualunque disborso di tranche di aiuti, con i greci sono stati fatti dei progressi ma restano ancora ampie differenze, tutti sanno che il tempo sta scadendo. La responsabilità è nelle mani dei greci, un accordo è nel loro interesse.

Nel negoziato con la Grecia ci sono ancora problemi molto, molto grandi da risolvere. E l’ipotesi di legare insieme l’attuale discussione sul completamento del secondo programma di aiuti a quella sul terzo piano, non è percorribile per il presidente.

E’ cruciale avere un accordo prima su questo e poi si parla del post giugno.
E’ difficile avere un accordo sul futuro se non riesci ad averlo su un periodo di 4 mesi

La Banca Centrale Europea ha alzato il tetto dei finanziamenti per le banche elleniche a 75,5 miliardi.

Il presidente Mario Draghi ha dichiarato:

La liquidità d’emergenza (Ela) sarà data fino a che le banche greche saranno solvibili e ci sarà collaterale adeguato, ma vista l’attuale fragilità della situazione la Bce potrebbe dover tornare indietro e rivedere l’haircut" sul collaterale.

Per Varoufakis ulteriori tagli delle pensioni sono impensabili e non sono possibili, come chiede invece la ex Troika.
Considerare prioritari i surplus di bilancio in vista dell’obiettivo di ridurre il debito al 120% del Pil nel 2020 senza austerity clamorosa non è possibile.

Il risultato di questo metodo denominato "austerity trap", la trappola dell’austerità, ha portato la Grecia al punto in cui è ora.

Un piano che guardi al futuro, basato su assunti ragionevoli e riguardanti proprio il surplus primario collegato ai tassi di crescita dell’economia, agli investimenti netti e all’espansione dell’export" però al momento non c’è.

Significativa la dichiarazione di Varoufakis:

Se il rapporto debito/Pil sarà più alto del 120% nel 2020 significa che da oggi dobbiamo inventare modi eleganti per razionalizzare, riprofilare o ristrutturare il debito, tenendo a mente l’intento di massimizzare l’attuale valore presente di ritorno ai creditori.

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