Nella migliore delle ipotesi la Grecia dovrebbe chiudere il 2015 con un avanzo primario pari a zero, a detta di Tsipres. Torna nei negoziati Delia Velculescu del FMI come a Cipro.
La Grecia sarà obbligata ad impegnarsi per una nuova serie di “azioni prioritarie” richieste dai creditori per varare il terzo piano di salvataggio da 86 miliardi di euro. I negoziati tra le delegazioni della ex troika e il governo greco sono iniziati ad Atene in un albergo del centro il cui nome però non è stato rivelato per motivi di sicurezza.
La neo-nominata capo missione dell’Fmi, Delia Velculescu, ripresa dall’edizione online di Protothema ha dichiarato:
Si punta ad un piano di riforme previdenziali con tagli alle pensioni fino al 30% oltre alla eliminazione delle baby-pensioni. Il piano potrebbe richiedere ulteriori tagli del 10% se la recessione continua e dovrebbe riguardare anche i salari dei nuovi assunti nel settore privato che verranno ridotti del 5-10%. Il loro stipendio base mensile oggi è di 586 euro.
Non c’è che dire. La delegazione greca, tecnici e politici, sono già con le spalle al muro per quanto riguarda i tagli alle pensioni e altro che verrà in seguito, in quanto la “clausola di deficit zero” nella riforma della previdenza sociale è un prerequisito per l’accordo Ue-Grecia che il premier Alexis Tsipras ha firmato in occasione del drammatico vertice euro del 12 luglio.
Con Delia Velculescu al tavolo delle trattative, il compito dei negoziatori greci sarà molto duro e la storia si ripete come a Cipro. Si ricorda che a Cipro, dove Delia ha ricoperto lo stesso incarico negli ultimi due anni, i negoziatori greco-ciprioti l’avevano conosciuta proprio per la sua «abilità negoziale».
La Commissione Ue si aspetta più riforme per consentire un rapido esborso della prima tranche del terzo pacchetto di aiuti. Nelle “azioni prioritarie” votate dal Parlamento greco il 15 e il 22 luglio mancavano le baby-pensioni e la revisione della fiscalità agevolata per gli agricoltori. Quindi, un nuovo voto in parlamento che comprenda la riforma del sistema pensionistico più qualche altra misura di quelle contenute nell’elenco presentato da Tsipras subito dopo il referendum sarebbe visto come un ulteriore rafforzamento della fiducia tra Ue e Grecia, ma pare che Tsipras non intenda procedere con ulteriori processi di austerity.
Il 20 agosto c’è la scadenza con la Bce da 3,5 miliardi che potrebbe essere coperta dal primo esborso del nuovo prestito ma se non si dovesse fare in tempo si potrebbe coprire la scadenza del 20 con un nuovo prestito ponte. Intanto, la Bce ha lasciato invariato a 90,4 miliardi di euro il tetto della liquidità di emergenza fornita alle banche greche attraverso il fondo Ela. Al momento Atene non avrebbe fatto richiesta di nuova liquidità dopo i 900 milioni di euro ricevuti la scorsa settimana.
Tsipras ha intenzione di fare un referendum oppure un congresso per fare chiarezza dentro Syriza. Al Comitato centrale dichiara che la Grecia è "costretta a decisioni difficili" ed è pronto a portarle avanti ed ha dichiarato:
Se qualcuno ha in mente un’alternativa, serve un luogo in cui esprimerla e metterla ai voti. Io propongo di convocare un Congresso straordinario per discutere la strategia da seguire come partito di sinistra al governo che ha di fronte delle condizioni imposte dal salvataggio, ma c’è un altro punto di vista, che viene rispettato, di chi non accetta l’analisi del governo e crede che vi fosse un’alternativa possibile in quell’alba del 13 luglio.
In questo caso io suggerisco al partito di svolgere un referendum su questa questione cruciale. Se qualcuno crede che un altro governo avrebbe potuto portare a casa un accordo migliore, lo dica. L’uscita della Grecia dall’euro è stata evitata. Il Grexit avrebbe costretto la Grecia alla svalutazione ed a tornare a chiedere aiuto al Fondo monetario internazionale.
Tsipras ha difeso l’accordo concluso con i creditori il 12 luglio. L’uscita della Grecia dall’euro secondo il primo ministro greco sarebbe stata l’alternativa peggiore ed è stata evitata. Ora però deve gestire il nuovo Memorandum. La Bce ha rilevato che i depositi delle banche greche sono calati del 6% (8 miliardi) ed erano 127,5 miliardi di euro a giugno a causa dei timori dell’uscita di Atene dalla zona euro.
Tsipras è anche impegnato ad interpretare le indiscrezioni varie e dichiarazioni anche roboanti che arrivano da Bruxelles. Una portavoce della Commissione ha addirittura asserito che senza misure aggiuntive Atene non riceverà la prima tranche di aiuti e proprio l’ex troika secondo quanto riporta Der Spiegel, sarebbe disposta ad abbassare gli obiettivi di bilancio della Grecia per consentire di uscire più facilmente dalla grave recessione nella quale la Grecia si trova. Al riguardo Tsipras ha dichiarato:
Nella migliore delle ipotesi la Grecia dovrebbe chiudere il 2015 con un avanzo primario pari a zero.
Continuano gli incontri sulla necessità di ricapitalizzare il sistema bancario sul quale le restrizioni dovranno restare in vigore ancora per molto tempo per evitare fughe di capitali. Il piano di salvataggio del 12 luglio prevede che 25 miliardi di euro siano destinati al credito che deve essere garantito.
Si tenga conto che se per i controlli dei capitali fossero incluse operazioni di prelievo a causa di ristrutturazioni e fallimenti bancari sui conti sopra 100 Mila euro, i detentori di bond e azioni a differenza di quanto avvenuto con Cipro rischierebbe di danneggiare le piccole imprese e cioè proprio quei correntisti appena sopra i 100mila euro più che recuperare soldi dalle ricche famiglie (armatori greci) come avvenne a Cipro con quelle russe.
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