Parlare della Grecia oggi può essere rischioso: basta dare un’occhiata alle principali news provenienti dal Paese ellenico per imbattersi in un crocevia di notizie contraddittorie. C’è chi vede una rinascita della Grecia, o meglio, di una normalizzazione del Paese, e chi invece insiste sull’aspetto critico che sta vivendo il popolo. A chi dare ragione? Anche dalle fonti interne al Paese ci sono diverse voci di pensiero: tra chi ci vive c’è chi afferma che i problemi si sono molto ridotti rispetto a qualche mese fa, ma c’è anche chi sostiene che il peso della troika continua a farsi sentire.
La troika ad Atene
Quel che è certo è che la Grecia non fa più notizia come un anno fa: termini come "guerra civile" e "fuori dall’euro" applicati al Paese ellenico non se ne sentono più. Nel web si accusano i media di ignorare dei fatti che fino a poco tempo fa avrebbero fatto sicuramente notizia. Quel che è certo è che i rappresentanti della troika sono arrivati ad Atene per fare il punto della situazione: Servaz Deruz, Claus Mausch e Paul Tomsen valuteranno il programma del governo e con ogni probabilità, in base alle indiscrezioni della stampa locale, affronteranno argomentazioni poco apprezzate dall’opinione pubblica, soprattutto per la piega che prenderanno: dall’Ente Nazionale per la Prestazione dei Servizi Sanitari, agli Enti previdenziali, dalle tasse sugli immobili ai licenziamenti nel settore pubblico.
Lavoro in Grecia? Un futuro molto difficile
Ed è proprio quest’ultimo fattore che preoccupa di più il popolo greco: in ballo ci sono 8,1 milioni di euro che la troika invierà al Paese, ma naturalmente in cambio di qualcosa. Ovvero una dura revisione sul mondo del lavoro: a cominciare da circa 7.000 licenziamenti nel settore pubblico, 1.500 in quello della giustizia e altri nel settore sanitario, causati dalla chiusura di alcuni ospedali annunciata dal ministro Adonis Gheordiadis.
Inoltre sono previste anche nuove misure nel settore del lavoro che di certo faranno arrabbiare i greci: tra le richieste della troika, infatti, potrebbe esserci quella di ridurre il salario minimo a 350 euro al mese, attraverso la creazione di un nuovo tipo di contratto di lavoro. Tra le altre misure anche diverse penalizzazioni per i dipendenti che hanno scioperato.
Alla luce di queste notizie, qualora si verificasse tutto quanto abbiamo scritto sopra, scommettiamo che torneremo presto a parlare di Grecia?
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