Graduatorie d’istituto: come funzionano e quali sono le differenze

Federica Ponza

23 Gennaio 2017 - 15:21

condividi

Come funzionano le Graduatorie d’istituto? Molti di quelli che vorrebbero insegnare potrebbero farsi questa domanda. Ecco perché vi forniamo una pratica e completa guida che vi aiuti a capirlo.

Graduatorie d’istituto: come funzionano e quali sono le differenze

Come funzionano le Graduatorie d’istituto? “
Molti di coloro che vorrebbero diventare insegnanti potrebbero domandarsi anche come funzionano le Graduatorie d’istituto.

Questo perché il sistema scolastico attualmente è abbastanza complesso e coloro che vogliono coprire delle supplenze devono necessariamente sapere come funzionano le Graduatorie d’istituto.

Le Graduatorie d’istituto, infatti, sono il mezzo attraverso cui gli insegnanti vengono scelti dalle scuole per supplenze più o meno lunghe, in base alla fascia a cui si appartiene.
Non esistono, però, solamente le Graduatorie d’istituto, ma anche la Graduatoria ad esaurimento e la Graduatoria di merito.

Coloro che sono interessati ad intraprendere la professione dell’insegnante, dunque, devono tenersi sempre aggiornati sul funzionamento delle graduatorie scolastiche esistenti.

Come funzionano le GAE, però, potrebbe non essere l’unica domanda che ci si pone in merito. Ci si potrebbe chiedere anche, ad esempio, requisiti per le Graduatorie d’istituto? Ma anche, come si fa ad essere inseriti nelle Graduatorie d’istituto? Oppure quali sono le differenze fra Graduatorie d’istituto, Graduatoria di merito e Graduatoria ad esaurimento?

Per rispondere a tutte queste domande o ai vari dubbi sull’argomento, ecco una guida completa che vi aiuterà a capire meglio tutto ciò che c’è da sapere.

Come funzionano le Graduatorie d’istituto: guida all’inserimento

Le Graduatorie d’istituto sono articolate in tre fasce in cui si confluisce sulla base di requisiti diversi.
Per diventare insegnanti, infatti, si devono seguire diversi step che, a grandi linee, possiamo riassumere così: prima di tutto si deve conseguire una laurea, poi sostenere il TFA, o la prova che nel momento è prevista dalla Legge, che conferisce l’abilitazione all’insegnamento e, infine, vincere il concorso pubblico.

La Buona scuola, però, ha decretato una riforma del reclutamento con un ulteriore step che si colloca dopo l’ottenimento del TFA: un percorso formativo triennale, durante il quale gli ultimi due anni saranno di tirocinio.

Secondo questa nuova legge, saranno proprio i tirocinanti ad effettuare le supplenze, con il rischio che si arrivi anche ad avere meno posti per le Graduatorie d’istituto.

I tirocini, però, non saranno attivi prima del 2023/2024 e per ora è ancora importante conoscere come funzionano le Graduatorie d’istituto.

Come abbiamo detto, le Graduatorie d’istituto sono divise in tre fasce:

  • I fascia: comprende tutti i docenti abilitati, iscritti a pieno titolo o con riserva nella Graduatoria ad esaurimento;
  • II fascia: comprende tutti coloro che sono abilitati all’insegnamento, ma ancora non hanno vinto un concorso pubblico (e dunque non iscritti alla Graduatoria ad esaurimento oppure a quella di merito);
  • III fascia: comprende i docenti non abilitati che però hanno un titolo di studio valido per l’accesso all’insegnamento.

Dalla I fascia e dalla II fascia si attinge per coprire quelle supplenze che hanno una lunghezza superiore ad un anno oppure per coprire posti vacanti di supplenze, mentre la III fascia è riservata a supplenze che possono avere una durata variabile, ma che di solito sono molto brevi (da una settimana a qualche mese).

Le Graduatorie d’istituto permettono di inserirsi in una sola provincia e si possono scegliere un massimo di 20 scuole, un aspetto che è stato spesso contestato dai precari.
Il dirigente scolastico attinge alle Graduatorie d’istituto per supplenze annuali o portate avanti fino al termine delle attività didattiche per coprire cattedre o posti d’insegnamento vacanti disponibili entro il 31 dicembre e che rimangano tali per tutto l’anno scolastico.

In questo caso si ricorre alle Graduatorie d’istituto quando queste supplenze non sono coperte dall’Ufficio scolastico territoriale a causa dell’esaurimento della graduatoria corrispondente.
Si ricorre, però, alle Graduatorie d’istituto anche per sostituire un docente o una docente momentaneamente assente oppure per coprire posti che si sono resi disponibili dopo il 31 dicembre.

Graduatoria ad esaurimento e di merito: come funzionano e differenze

Oltre alle Graduatorie d’istituto, esistono altri due tipi di graduatorie nel sistema scolastico italiano: la Graduatoria ad esaurimento e la Graduatoria di merito.

Questi due tipi di graduatorie sono quelle utilizzate per le immissioni in ruolo dei docenti, ossia per i contratti a tempo indeterminato.
Per l’assegnazione delle cattedre, infatti, - in base ai posti che si rendono disponibili nelle scuole statali - si attinge per il 50% dalla Graduatoria di merito e per il restante 50% da quella ad esaurimento.

La Graduatoria ad esaurimento è quella in cui sono iscritti i docenti che hanno l’abilitazione all’insegnamento, è strutturata su base provinciale e viene aggiornata ogni tre anni riguardo a titoli e posizioni. Essa però è chiusa dal 2008 e quindi è destinata ad esaurirsi.

La Graduatoria di merito contiene coloro che sono risultati vincitori del concorso pubblico a cattedre. Con le nuove leggi in vigore dal 2016 verrà creata una nuova graduatoria di merito che avrà una validità di tre anni.

Coloro che sono iscritti nella Graduatoria ad esaurimento compaiono anche nella I fascia delle Graduatorie d’istituto per la stessa classe di concorso o posto d’insegnamento. Essi, poi, mantengono il diritto di essere iscritti anche nella III fascia delle Graduatorie d’istituto per classi di concorso o posti di insegnamento per cui non hanno l’abilitazione.

Stesso discorso vale anche per coloro che sono iscritti con riserva nella III fascia della Graduatoria ad esaurimento: verranno iscritti con riserva anche alla I fascia delle Graduatorie d’istituto e, possedendo i requisiti, anche nella III fascia della stessa.

Argomenti

# Scuola
# MIUR

Iscriviti a Money.it