Un nuovo algoritmo che potenzierà ulteriormente le capacità di Google: si chiama "Automatic large scale video object recognition" (riconoscimento automatico su larga scala di oggetti video), e sarà in grado di riconoscere degli oggetti nei video.
Prendiamo come esempio un video che mostra un monumento importante, come la Sfinge, il Colosseo di Roma o la Tour Eiffel di Parigi: l’algoritmo sarà dunque in grado di identificare i reperti monumentali, taggandoli come tali. Lo stesso varrebbe per gli animali, per le opere d’arte e per chissà quante altre cose ancora. Un’innovazione molto importante per il motore di ricerca, ma che potrebbe creare problemi, e non pochi, per ciò che concerne la privacy. Gli istituti e gli enti che vigilano sulla privacy, dopotutto, hanno già fatto trapelare le loro perplessità al riguardo. Anche su Facebook, l’algoritmo in grado di riconoscere e identificare le facce, era stato messo "sotto processo".
Da un punto di vista tecnologico, tuttavia, l’algoritmo consentirebbe un ulteriore miglioramento e sviluppo della ricerca: considerando che sarà lo stesso algoritmo, senza un aiuto umano, a identificare i nomi degli oggetti e a creare un proprio database, taggando i video con determinate parole chiave, come potrebbe essere "gatto", oppure "Tour Eiffel". Una vera e propria rivoluzione nel mondo dei motori di ricerca, anche perché la ricerca non si limiterebbe solo al titolo del video, ma anche al contenuto stesso e agli oggetti in esso presenti: tuttavia, come già detto, ci sarebbero non poche implicazioni sulla privacy, anche perché attraverso questo sistema Google avrebbe la possibilità di conoscere una vasta rete di informazioni sul mondo reale.
Secondo il direttore della Ong Big Brother Watch Nick Pickles, c’è motivo di preoccuparsi, come ha rivelato al Daily Mail: "Ancora una volta gli utilizzatori perderebbero il controllo di cosa succede con i loro dati. Se ad esempio venisse aggiunta a un video l’informazione sul luogo dove è stato girato, magari tramite il riconoscimento di un monumento, Google sarebbe in grado di associare all’identità di chi ha caricato il video molte più informazioni: dove è stato o se ha degli animali. Questo tipo di potere non dovrebbe essere consentito senza il consenso dell’utente".
Intanto però lo sviluppo dell’algoritmo procede: per quanto riguarda la fase di sperimentazione è previsto l’inserimento di 50.000 parole chiave, ovvero 50.000 oggetti, cifra destinata ad aumentare rapidamente nei prossimi mesi.
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