Salvatore Silvestri, candidato sindaco del Partito Democratico alle elezioni 2015 di Casavetore, è indagato per voto di scambio con l’aggravante camorristica. Parte l’hashtag #GomorraPd.
Il Dda di Napoli ha inviato quindici avvisi di garanzia relativi a presunte influenze della camorra sulle elezioni politiche tenutesi a Casavetore nel 2015: tra gli indagati vi sono l’allora candidato PD Salvatore Silvestri e l’attuale sindaco del comune campano e rappresentante Udc Lorenza Orefice.
La Orefice deve rispondere di minaccia agli elettori con l’aggravante del metodo camorristico mentre Silvestri è accusato di voto di scambio con l’aggravante camorristica. Indagati anche altri candidati al consiglio comunale, il comandante e un maresciallo della polizia municipale.
Nel frattempo il leader del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo ha riferito e commentato la vicenda su Twitter lanciando l’hashtag #GomorraPd e pubblicando un video con i nomi di tutti gli indagati del Partito Democratico.
Corruzione PD: il caso di Casavatore
L’inchiesta condotta dalla Dda di Napoli ha svelato l’influenza della camorra nelle vicende politiche di Casavatore, il comune di 18mila abitanti a poca distanza dal capoluogo campano. Secondo le indagini, durante le elezioni comunali del giugno 2015, il clan camorristico Ferone sostenne sia il candidato PD Salvatore Silvestri sia la sua avversaria Udc Lorenza Orefice.
Secondo i magistrati Silvestri ottenne l’appoggio, durante la campagna elettorale, del sorvegliato speciale Massimo Minichini mentre la Orefice usufruì dell’aiuto di tre uomini vicini alla camorra, uno dei quali nipote del boss Ernesto Ferone.
Secondo i pm Vincenza Marra e Maurizio De Marco la pressione dell’associazione criminale ebbe quindi un effetto diretto sul risultato delle elezioni: in particolare il fatto che i tre uomini che sostenevano la Orefice picchiarono per strada Minichini, due giorni prima del ballottaggio, potrebbe aver decretato la vittoria della candidata Udc.
Corruzione PD: i casi giudiziari
Non è la prima volta che un rappresentante del Partito Democratico è al centro di vicende giudiziarie. Lo scandalo più grosso è sicuramente quello di Mafia Capitale, per cui sono stati indagati nell’inchiesta “Mondo di mezzo” Mirko Coratti e Daniele Ozzimo, mentre in Campania tra gli imputati per associazione a delinquere relativi alla realizzazione del Sea Park è risultato anche l’attuale presidente della regione Vincenzo De Luca.
I casi che hanno messo i rappresentanti PD sotto accusa si registrano però in tutta Italia: dalla Liguria, in cui l’ex governatore Claudio Burlando è finito nel registro della Procura di Savona con l’accusa di concorso in disastro ambientale doloso, alla Sicilia, dove numerosi deputati regionali del Partito Democratico sono stati indagati per le spese eccessive registrate dall’Assemblea regionale.
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