Global Strike For Future: in arrivo lo sciopero globale per clima e ambiente

Erasmo Venosi

11 Marzo 2019 - 12:27

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Occhi puntati su venerdì 15 marzo: in arrivo Global Strike For Future, lo sciopero globale per il clima

Global Strike For Future: in arrivo lo sciopero globale per clima e ambiente

L’appuntamento è per venerdì prossimo, 15 marzo.

Arriva lo sciopero globale per il futuro, Global strike for future, organizzato dalla “Youth for climate” (gioventù per il clima) che fa riferimento a una rete internazionale di organizzazioni giovanili che mirano a ispirare e mobilitare i giovani affinché siano intraprese azioni utili a contrastare il riscaldamento del pianeta. Un’organizzazione di giovani di 100 Paesi.

In tutto il mondo, ci sono organizzazioni giovanili che hanno formato coalizioni per intraprendere azioni positive sui cambiamenti climatici. Dieci anni fa fu lanciata, in particolare dal Movimento giovanile europeo, la campagna “Quanti anni hai nel 2050?”, che è poi diventata punto di riferimento per la “Giornata delle giovani generazioni future” e che ha l’obiettivo di sottolineare la necessità di ridurre le emissioni di gas serra dell’80% entro il 2050 rispetto al 1990.

Sciopero globale: la tutela del clima prima di tutto

Le decisioni assunte oggi peseranno sul mondo in cui vivranno fra 30 anni. Eccome se peseranno. Venerdì 15 sarà una giornata storica per la Terra. I giovani del Pianeta protesteranno, fondatamente, giustamente, con l’obiettivo di riprendere in mano il futuro della Terra, che è il loro.

Lotta per un futuro sostenibile, di contrasto degli effetti del riscaldamento globale affinché si smuovano istituzioni e politici attuando provvedimenti idonei a contrastare i rischi sempre più evidenti e periodicamente sottolineati dai Rapporti della Organizzazione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (IPCC) e rappresentando 181 Stati.

Tutto è partito dalla Svezia

La miccia è stata innescata in Svezia, che lo scorso anno ha registrato un’eccezionale ondata di calore. Una ragazzina di nome Greta Thunberg ha iniziato la lotta esponendo ogni venerdì mattina davanti al Parlamento svedese un cartello con su scritto “Skolstrejk för limate” (sciopero scolastico per il clima) che è stato fatto proprio dai giovani del pianeta.

Lo slogan #fridayforfuture ha trasformato Greta nel simbolo di milioni di giovani, che vogliono contrastare i rischi legati ai cambiamenti climatici che minacciano il loro futuro. Anche l’obiettivo n° 8 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile “Un programma d’azione per il pianeta” firmato nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU persegue obiettivi di salute del pianeta e di chi ci abita.

L’Agenda riguarda 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals; SDGs). Obiettivi inclusi in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, che guidano il mondo sulla traiettoria da seguire fino al raggiungimento degli stessi entro il 2030.

Questi obiettivi al 2030 danno continuità agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) e rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo: la lotta al cambiamento climatico e alla povertà, solo per citarne alcuni.

Volendo fare una “foto” su come è messo il Mondo oggi e l’Italia in particolare non c’è da gioire e plaudo alla iniziativa di questi giovani che hanno capito che non devono dare deleghe a nessuno per difendere il loro futuro. Tantomeno alle gerontocrazie globali, sia politiche che imprenditoriali.

I dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia nel suo rapporto annuale dimostrano che poco è cambiato nella produzione energetica a cui è legata la emissione di gas che alterano il clima. Carbone, gas e petrolio continueranno a svolgere un ruolo determinante nella produzione di energia e, si legge nella sintesi dell’Agenzia, relativamente alla produzione di energia

“non si concilia per nulla con quella che, secondo il mondo scientifico, sarebbe necessario percorrere per contrastare il cambiamento climatico”.

Il caso Italia

Riguardo all’Italia bastano pochi parametri per misurare la nostra falsa coscienza ecologista e ancor più di chi politicamente o associativamente afferma di battersi per l’ambiente. Rispetto alla lotta al riscaldamento globale l’Italia ha tagliato le emissioni rispetto al 1990 del 17%, il Regno Unito del 36%, la Germania del 28% mentre la media UE a 28 è pari a un taglio del 24% (fonte: UNFCC 2015).

L’Italia non è affatto su un sentiero di sviluppo sostenibile! È il ministero dell’ambiente con Galletti ministro a certificarlo a seguito dell’analisi svolta sui 17 SDGs: nel 21% dei casi la situazione è negativa, nel 48% insoddisfacente.

La conclusione dell’analisi? L’Italia è molto distante dagli obiettivi fissati per l’energia, la qualità dell’ambiente, la salute, le disuguaglianze, le performance economiche. Un quadro desolante. Il grido di Greta “Voi dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa, ma state rubando loro il futuro davanti agli occhi” diventi il grido di milioni di giovani il prossimo venerdì.

Il messaggio di Greta per i politici gridato a Katovice per la conferenza sul clima di dicembre scorso:

“Dovete agire come se la vostra casa fosse in fiamme (...) Ci avete ignorato in passato e ci ignorerete di nuovo. Abbiamo finito le scuse e stiamo finendo il tempo. Siamo venuti qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando che vi piaccia o no. Il vero potere appartiene alle persone”

sia condiviso da tutti. I giovani hanno paura del futuro, vogliono vivere i propri sogni e hanno mille ragioni da condividere.

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