Giappone a rischio default come la Grecia: debito pubblico al 230% sul Pil

Michael Stagnitto

6 Novembre 2012 - 17:07

Giappone a rischio default come la Grecia: debito pubblico al 230% sul Pil

I dati che mostrano la situazione economica giapponese sono preoccupanti, soprattutto quando sono affiancati a quelli di un paese come la Grecia, che in questo momento sta pagando a proprie spese una politica economica errata.

Preoccupanti i dati relativi al debito pubblico giapponese

Il Giappone può vantare un debito pubblico sul Pil del 230% e un deficit statale del 10%. Questi dati rispecchiano quelli della Grecia nel 2010, anno in cui entrò nel vortice recessivo.

In quell’anno la Grecia aveva un rapporto debito-Pil del solo 143% e un deficit del 10 per cento. Sorprende il fatto che il mercato non se ne preoccupi affatto. Con un rendimento decennale dei titoli giapponesi dello 0,78%, il Giappone sembra seguire le orme che hanno portato alla catastrofe ellenica.

Il Giappone si regge su un’economia più stabile rispetto a quella ellenica

Il sistema industriale giapponese al contrario di quello ellenico, riesce ad esportare i propri prodotti e può vantare un sistema fiscale funzionante, che rende credibile un forte aumento degli introiti fiscali in futuro. Oltre a questo, il Giappone prende a prestito principalmente nella sua valuta, quindi ha sempre la possibilità di monetizzare il proprio debito.

Il Giappone, anche se con un indebitamento molto superiore a quello ellenico, riesce a ripartirlo al suo interno grazie ad una popolazione che vanta una forte propensione al risparmio, investito in gran parte a finanziare il debito interno.

La solida situazione Giapponese potrebbe destabilizzarsi

Questa grande propensione al risparmio del popolo giapponese è di certo un fattore importante per mantenere la situazione stabile.

Tuttavia, è bene prendere in considerazione il fatto che questa virtù potrebbe svenire con la generazione over cinquanta che la caratterizza.
Nel prossimo futuro il numero di assunzioni non riuscirà a coprire quello del personale che andrà in pensione, con conseguente abbassamento del Pil e l’avanzare della nuova generazione molto meno numerosa di quella vecchia.

Una previsione sul periodo non rosea

La situazione ipotizzata porterà il Giappone a dover finanziare il proprio debito attraverso capitali provenienti dal mercato internazionale.
Importante sottolineare che gli investitori stranieri sono meno consenzienti dei cittadini giapponesi e domanderanno un rendimento più elevato. Ma con un debito pari a 230% del Pil, un aumento dei costi del debito si traduce velocemente in un deficit più elevato che impaurisce i mercati internazionali e fa aumentare maggiormente i tassi di interesse.

La situazione finirebbe con il divenire insostenibile, se si ipotizza che, per ogni punto percentuale di aumento del costo del debito, il governo nipponico dovrebbe aumentare le imposte di 2,3 punti percentuali di Pil, avendo come risultato pesanti effetti recessivi.

Un’ultima via di fuga per il Giappone potrà essere quella di monetizzare il proprio debito, ma il mercato farà sì che il costo del debito aumenti per compensare il rischio inflazione/svalutazione a cui vengono esposti i creditori internazionali.

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