Germania: Ue punisce anche Berlino, giù le stime 2019

C. G.

7 Febbraio 2019 - 13:02

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Anche la Germania nel mirino dell’Ue: recessione dietro l’angolo per Berlino?

Germania: Ue punisce anche Berlino, giù le stime 2019

Anche la Germania è finita nel mirino della Commissione europea che oggi ha scelto di tagliare (più o meno drasticamente) le stime sul Pil 2019 di diverse economie.

Se nel caso dell’Italia le nuove previsioni hanno assunto i contorni di una vera e propria batosta, nel caso tedesco l’Ue ha operato una revisione ribassista più “soft”.

La Germania, per dirla con le stesse parole della Commissione, non crescerà dell’1,8% come originariamente previsto, ma si limiterà a un più contenuto 1,1% nel corso del 2019. Dati importanti, questi, che hanno contribuito a rafforzare la view di Deutsche Bank secondo cui l’economia più forte del blocco entrerà presto in recessione.

Il destino della Germania secondo la Commissione Ue

A commentare la revisione delle stime sul Pil tedesco è stato il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, che ha citato fattori di breve termine in gioco.

Le tensioni commerciali globali e il rallentamento delle economie emergenti (prima fra tutte quella cinese) avranno un impatto negativo su tutti quei Paesi che fanno ampio affidamento sull’export, come la Germania.

Di conseguenza le tensioni e le incertezze commerciali dovranno essere monitorate con attenzione per tentare di scovare e limitare le loro possibili implicazioni negative sulle economie del blocco.

Periodo nero per Berlino

Non è stata soltanto la Commissione Ue ad analizzare lo stato di salute dell’economia tedesca. Anche le recenti rilevazioni macroeconomiche hanno sollevato perplessità tra gli analisti.

Tra gli ultimi dati di rilievo quelli relativi alla produzione industriale di dicembre che ha alzato il velo su un nuovo inatteso rallentamento, il quarto consecutivo.

Anche la crescita del 2018 è finita sotto la lente degli osservatori che hanno paragonato la variazione dell’1,5% con quella del +2,2% del 2017, una differenza di 0,7 punti percentuali.

Sulla Germania, poi, è piombato anche l’allarme del Fondo Monetario Internazionale, che ha parlato di come la nuova normativa sulle emissioni abbia pesato enormemente sull’industria manifatturiera dell’automotive.

E a proposito di industria, anche gli ordinativi alle fabbriche di dicembre hanno deluso tutte le attese (+0,3%) e sono crollati dell’1,6%.

Rimbalzo in primavera?

Nonostante quella attuale non si stia configurando come una fase facile per la Germania (e per l’intera Eurozona), parte del mercato crede che nelle prossime settimane Berlino potrà beneficiare di dati più positivi.

Secondo Florian Hense, economista di Berenberg, la debolezza del primo trimestre 2019 lascerà spazio a una primavera più luminosa durante la quale alcuni dei rischi associati al commercio svaniranno o si affievoliranno. La speranza è che la guerra dei dazi fra USA e Cina e la Brexit si concluderanno positivamente per la Germania e per l’Eurozona in generale.

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