Il commissario internazionale del Unrwa attacca Israele dopo le bombe sulla scuola di Jabaliya che hanno ucciso 23 persone
Dopo dichiarazioni inefficaci, summit internazionali inutili, parole al vento, le Nazioni Unite alzano i toni.
L’attacco alla scuola dell’Unrwa, l’agenzia ONU che si occupa dei rifugiati palestinesi, che ha provocato la morte di 23 persone (e sottolineiamo che il bilancio non è definitivo) ha sconvolto il mondo.
In quell’edificio situato a Jabaliya c’erano 3.300 persone, la maggior parte delle quali donne e bambini, accorse lì per salvarsi dai missili israeliani dopo che Tel Aviv aveva avvertito dell’inizio dell’ennesimo bombardamento nel loro quartiere.
A Gaza non esiste più un posto sicuro. La scuola è stata dilaniata da colpi d’artiglieria che hanno distrutto in particolare due aule utilizzate come rifugio dalle vittime.
Ricordiamo inoltre che non è la prima volta che accade. L’ultima, appena quattro giorni fa, quando gli israeliani avevano bombardato un’altra scuola dell’Unrwa situata a Beit Hanun, a nord della Striscia, uccidendo 17 persone e ferendone oltre 200.
Ma oggi il commissario generale dell’Unrwa, Pierre Krähenbühl non ci sta e utilizza parole di fuoco per commentare quanto accaduto. Ecco quanto si legge in un comunicato pubblicato sul sito ufficiale dell’ente:
La notte scorsa, bambini sono stati uccisi mentre dormivano accanto ai loro genitori sul pavimento di una classe in un rifugio di Gaza gestito dalle Nazioni Unite.
Bambini uccisi nel sonno; questo è un affronto per tutti noi, una fonte di vergogna universale. Oggi il mondo affronta l’ennesima disgrazia.
Ma il commissario non si ferma qui e dopo aver ripercorso le fasi del bombardamento, attacca senza mezzi termini Israele:
Sappiamo che ci sono decine di civili morti e feriti. Tra questi donne, bambini e personale Unrwa che stava cercando di proteggere l’edificio. Queste persone avevano abbandonato le loro case su istruzione dell’esercito israeliano.
La precisa collocazione della scuola di Jabalia e il fatto che al suo interno ci fossero migliaia di sfollati era stata comunicata all’esercito israeliano 17 volte; l’ultima delle quali alle 8.50 di ieri sera, poche ore prima del fatale bombardamento.
Condanno nei termini più decisi possibili questa grave violazione delle leggi internazionali perpetrata dalle forze israeliane.
E’ la sesta volta che una delle nostre scuole viene colpita. Membri del nostro staff, persone che si trovavano lì in missione umanitaria sono stati uccisi. I nostri rifugi sono stracolmi. Decine di migliaia di persone sono assiepate nelle strade di Gaza, senza cibo, acqua o luoghi in cui rifugiarsi in caso di attacchi.
La conclusione del comunicato non lascia spazio a repliche:
Chiedo alla comunità internazionale di porre fine a questa carneficina.
Le parole di Israele
L’esercito israeliano è difeso affermando che il bombardamento della scuola Onu è stato avviato in risposta ai colpi di mortaio sparati da militanti di Hamas dalle zone vicine alla scuola. Lo riporta l’agenzia palestinese Maan.
A questo si aggiunge il fatto che, secondo gli israeliani, i palestinesi continuano a nascondere armi nei rifugi delle Nazioni Unite.
Parole che non bastano, che non possono bastare per giustificare l’uccisione di donne e bambini incolpevoli
Ad oggi, secondo fonti del pronto soccorso palestinese, sono 1.296 le vittime palestinesi e 53 i militari israeliani morti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA