Giovedì il voto del Parlamento greco e per venerdì è stato convocato un Eurogruppo per ratificare l’accordo. Il Pil per quest’anno diminuirà del -2,3%, ma il rischio è che arrivi a cedere più del 3%.
La Borsa di Atene ha chiuso in rialzo. L’indice bs Ase ha guadagnato il 2,14% ed è a 705 punti spinto dai bancari Eurobank (+6,35%) e National Bank of Greece (+4,96%). Più cauta Piraeus Bank (+1,22%), in controtendenza Alpha (-2,96%).
Il terzo Memorandum al momento si chiama "Intesa tecnica” perché manca la valutazione politica. L’accordo è stato confermato nel corso del briefing della Commissione UE dalla portavoce Annika Breidthardt che ha dichiarato:
Si tratta di un accordo tecnico che è stato trovato sui principi. Ci sono dettagli ancora da finalizzare. Oggi ci saranno ancora delle discussioni.
Gli obiettivi del surplus primario sono diminuiti e tra le 35 azioni prioritarie in funzione degli 86 miliardi di euro ci sono il rafforzamento dei controlli fiscali, la graduale eliminazione delle pensioni anticipate e le liberalizzazioni.
La Germania voleva un nuovo prestito ponte e il Fondo monetario internazionale deciderà non prima di settembre se partecipare al nuovo salvataggio. Per il ministro delle finanze greco Euclides Tsakalotos ci sono solo “piccoli dettagli” da definire prima della firma ed ha dichiarato:
Consentirà al Paese di incassare subito almeno una prima tranche con cui rimborsare gli oltre 3 miliardi dovuti alla Banca centrale europea entro il 20 agosto e iniziare a ricapitalizzare le banche, affossate dalla fuga dei depositi e a cui saranno destinati circa 25 miliardi.
Per quest’anno saranno 10 miliardi di euro i finanziamenti per la ricapitalizzazione delle banche. Saranno sufficienti? Sembra proprio di no perché in questi mesi c’è stato una fuga continua di capitali verso banche anche di paesi non euro e non Ue e per l’Intesa sottoscritta da Tsipras la notte del 12 luglio sarebbero 25 miliardi euro, p.4, che sono stati valutati non essere sufficienti. Intanto per venerdì il parlamento dovrà votare un taglio della spesa per la difesa di 500 milioni di euro per l’anno in corso e per il prossimo e una graduale eliminazione dei sussidi per gli agricoltori.
La bozza di accordo come divulgato da alcuni media è articolata in 27 pagine ed elenca 35 punti che sarebbero quelli delle “azioni prioritarie” e al momento non è in Rete. L’intesa prevede l’attuazione immediata del piano di eliminazione delle pensioni anticipate, revisione della tassa sul tonnellaggio delle navi che colpirà gli armatori, la riduzione del prezzo dei farmaci generici, la revisione del sistema del welfare, misure contro l’evasione fiscale con il rafforzamento dello Sdoe, l’equivalente della Guardia di Finanza, la cancellazione dei benefici fiscali per le isole entro la fine del 2016, la ridefinizione della figura dell’agricoltore che al momento ha diritto a corposi sgravi sulle tasse, attuazione delle riforme di mercato proposte dall’Ocse, liberalizzazione del mercato dell’energia e la prosecuzione del programma di privatizzazioni.
Per gli obiettivi di bilancio il deficit di quest’anno dovrà essere dello 0,25%, mentre per il prossimo dovrà essere in funzione di un surplus primario (entrate meno spese al lordo degli interessi sul debito) dello 0,5%, nel 2017 sarà dell’1,75% e nel 2018 del 3,5%. Come è noto il quadro economico della Grecia è peggiorato e il dato acquisito per il Pil è che per quest’anno sarà del -2,3%, ma il rischio è che arrivi a cedere più del 3%.
Il governo Tsipras ha espresso soddisfazione e sostiene che questi obiettivi lasciano margine per la crescita economica, ma si tenga conto che il testo non è ancora noto e loro certo lo conoscono bene e penso che abbiano fatto valutazioni tanto mirate quanto articolate. Si tenga conto che il caso Grecia è importante perché sta impegnando studiosi di macroeconomia a fare continue stime anche perché nel 2016 è in programma l’entrata in vigore dell’Erf, il fondo di redenzione che raccoglierà parte dei debiti pubblici eccedenti il 60% del rapporto Debito/Pil che si riconvertiranno in bond che alla scadenza verranno pagati dagli stati in assenza di liquidità con nuove tasse e con liberalizzazioni e privatizzazioni.
Di rilievo, importante, il governo greco ha comunque ottenuto il mantenimento fino alla fine dell’anno della moratoria per gli sfratti ed è riuscito a evitare che i portafogli di crediti inesigibili delle banche siano venduti a fondi privati.
Entro venerdì il parlamento dovrà approvare un taglio della spesa per la difesa pari a 500 milioni di euro per l’anno in corso e per il prossimo e una graduale eliminazione dei sussidi per gli agricoltori.
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