UE: abolizione dei costi di roaming nei prossimi tre anni, tutti i dettagli della decisione dell’Unione Europea sul “free roaming” a favore della net neutrality.
Free Roaming: arriva il compromesso dell’Unione Europea. I rappresentanti dei 28 stati dell’UE hanno deciso di rimandare la tanto agognata abolizione dei costi di roaming per altri 3 anni.
La decisione, che arriva a seguito di lunghi negoziati tra il parlamento e il consiglio europeo, ammette delle riduzioni già a partire dal 2016.
I prezzi gestiti dagli operatori hanno iniziato a diminuire a partire dal 2007, quando sono state implementate le prime regolamentazioni.
UE e roaming: cosa cambia?
A partire dall’aprile 2016 le compagnie telefoniche potranno addebitare solamente €0.05 al minuto a chiamata, €0.02 per ogni messaggio inviato e €0.05 per ogni MB di Internet, tasse escluse.
Il testo che emerge dal consiglio si mette in linea di collisione con il Parlamento Europeo che aveva reclamato un’abolizione dei costi di roaming già dalla fine del 2015. Si tratta di un compromesso che avviene proprio al termine della presidenza lettone del consiglio che verrà affidata al Lussemburgo a Luglio.
Guy Verhofstadt, leader dei liberaldemocratici del Parlamento Europeo ha dichiarato la decisione del consiglio essere “scandalosa” e ha detto che gli stati membri dell’UE dovrebbero “impiccarsi dalla vergogna”.
Per quanto il compromesso del consiglio possa essere impopolare, esso parte dal pretesto che i costi, una volta tolti dal roaming, andrebbero a pesare sulle spalle degli utenti, perché le compagnie telefoniche si troverebbero costrette ad aumentare le tariffe.
Fatima Barros, presidente del Berec (ente dell’Ue che si occupa delle telecomunicazioni), si è espressa a favore della decisione del consiglio dicendo che l’abolizione del roaming non giova i paesi che ricevono molti turisti, come Francia, Italia e Spagna che devono pagare la differenza dei costi sostenuti dalle compagnie telefoniche.
Net Neutrality e UE: che cos’è?
Nascosta all’interno della controversa questione del free roaming si trova un’importante decisione riguardo alla net neutrality, la neutralità della rete.
Questo tema, poco discusso in Italia, ha da poco mosso polveroni negli Stati Uniti dove la FCC, commissione federale per le comunicazioni, ha deciso di tutelarla il 26 Febbraio 2015.
La net neutrality significa che i fornitori di servizi internet hanno il dovere di fornire agli utenti network aperte, che non discriminano alcun contenuto che naviga sul web. Se la net neutrality non esistesse, i gestori potrebbero separare l’Internet in una banda lenta e una veloce, che può essere fornita a un prezzo più alto, oppure bloccare compagnie rivali e impedire la distribuzione di contenuti politici opposti.
I fornitori di servizi Internet hanno un ruolo da guardiani, poiché posseggono le infrastrutture che lo distribuiscono. Per questo è necessario creare delle regole che garantiscano la net neutrality.
La decisione del consiglio rappresenta la prima regolamentazione dell’Ue sulla net neutrality, ma ancora una volta si tratta di un compromesso. Il testo prevede che i fornitori non blocchino alcun contenuto online, applicazione o servizio al fine di garantire pari accesso ad Internet. Tuttavia, il consiglio ha posto l’eccezione per i fornitori che possono mettere da parte porzioni del network per “servizi specializzati o innovativi” oppure di “alta qualità”.
Il parlamento vede questa eccezione come un’opportunità per i gestori di fornire una linea Internet migliore al miglior offerente, mentre il consiglio ribadisce che si tratterebbe di un vantaggio offerto solo a programmi come e-health (che forniscono servizi sanitari).
Dato che le deliberazioni precedenti alla decisione avvengono a porte chiuse e i documenti non sono pubblici rimane difficile decifrare quanto il lobbying da parte dei gestori telefonici e di internet abbiano avuto effetto.
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