Francia: successo dell’estrema destra euroscettica di Le Pen. L’Europa deve temere le elezioni europee?

Marta Panicucci

24/03/2014

Francia: successo dell’estrema destra euroscettica di Le Pen. L’Europa deve temere le elezioni europee?

La domanda è: i francesi hanno votato a favore di qualcuno o contro qualcosa? Il risultato sorprendente di ieri messo a segno dal partito della destra estrema, che significato ha per la Francia e l’Europa intera in vista delle elezioni europee?

Alle elezioni amministrative francesi ha vinto l’estrema destra euroscettica e l’astensionismo; chiaro segnale della disaffezione dei cittadini nei conformi delle istituzioni e della politica tradizionale. Queste elezioni possono essere viste come una sconfitta per Hollande e la gauche francese, ma anche come la vittoria di un partito postosi sempre all’opposizione del establishment, delle istituzioni europee e soprattutto dell’euro.

Amministrative in Francia
Brutto colpo del Hollande e per la sinistra francese. Il Fronte National di Marie Le Pen ha conquistato diverse città del sud della Francia al primo turno e nella due principali città francesi, Marsiglia e Parigi il candidato dell’Ump la destra moderata è in testa in vista del ballottaggio. Disfatta totale per Hollande. (Qui per i risultati elettorali)

Il Fronte National scalda i motori in vista delle elezioni europee nelle quali, secondo i sondaggi, si attesterà come primo partito in Francia. Marine Le Pen commenta così i risultati elettorali, gelando coloro che pensavano ad un’alleanza con il Fn: “E’ una vittoria straordinaria - ha detto - oggi i francesi si sono ripresi la loro libertà. Socialisti e destra UMP? Per noi non cambia niente, non ci alleiamo con nessuno. L’uno e l’altro fanno la stessa politica, le stesse cose”.

Le elezioni europee
Saranno due le principali sfide delle prossime elezioni europee: il tasso di partecipazione, sempre piu’ basso, e il risultato dei partiti anti-europei che hanno il vento in poppa.

I movimenti euroscettici stanno continuando la propria avanzata in vista delle elezioni europee di maggio. I sondaggi danno quasi tutti i partiti euroscettici nazionali in crescita e forti segnali di sfiducia provengono dai cittadini comunitari. Sembra che gli argini all’euroscetticismo siano definitivamente caduti sotto i colpi della campagna elettorale dei patiti contro l’euro e le prese di posizione sempre più numerose di economisti e intellettuali.

Le elezioni europee di maggio si svolgeranno in un clima completamente nuovo. Dalle ultime elezioni europee ad oggi, la forze euroscettiche hanno aumentato la loro forza e la base elettorale su cui contare. I partiti che gridano contro l’euro in tv e nelle piazze non sono più considerati una minoranza farneticante, ma una possibile guida fuori dalla moneta unica.

Guardando al successo di Le Pen in Francia, c’è già chi vede nelle elezioni europee una vittoria dei partiti euroscettici. Se il risultato delle amministrative in Francia può essere visto come un voto "contro" questa visione a maggior ragione può essere valida per le europee dove i voti "contro" si esprimono ancora più facilmente. Come spiega il politologo Dominique Reynié infatti: "Le europee sono tradizionalmente favorevoli ai partiti periferici. Sono a scrutinio proporzionale e l’astensione è molto forte, soprattutto fra i moderati".

L’astensionismo dei moderati e dei sostenitori dell’Europa potrebbe lasciare molto spazio alle forze che della lotta all’immigrazione, alla burocrazia, al rigore, alla troika e alla moneta unica, hanno fatto il loro slogan elettorale. Da Bruxelles intanto, si guarda ai movimenti nei paesi in procinto di recarsi alle urne, con molta preoccupazione. Forze euroscettiche sono già presenti nel parlamento europeo, ma se i vari partiti dovessero allearsi in un’unico fronte comune raggiungendo il 25% potrebbero rendere davvero complesso il lavoro degli europeisti.

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