Il ruolo dello yuan nel trading e nel commercio internazionale continua a crescere. La Cina sembra sia intenzionata a lasciar fluttuare sempre più liberamente la sua valuta
Il ruolo dello yuan cinese (o renminbi) nel commercio e nella finanza mondiale è in costante crescita, soprattutto da quando la People’s Bank of China ha deciso di allentare le misure monetarie restrittive che hanno impedito la libera circolazione della valuta cinese e la sua rivalutazione sui mercati internazionali. Secondo quanto emerge dall’indagine di Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication (Swift)per il mese di ottobre, lo yuan è salito al secondo posto nella classifica delle valute più scambiate nel trading finanziario.
Al primo posto resta chiaramente il dollaro americano, che mantiene una quota superiore all’81%. Sul secondo gradino più alto del podio ecco la sorpresa yuan, che si mette alle spalle l’euro con una quota dell’8,66% rispetto al 6,64% della moneta unica. L’ascesa della moneta cinese è stata assolutamente spettacolare, se si considera che all’inizio del 2012 la sua quota negli scambi del trading finanziario era dell’1,89%, mentre quella dell’euro era del 7,87%. Il balzo dello yuan dipende dalla sua crescita negli scambi a livello globale, ma soprattutto nell’area Asia-Pacifico.
I primi 5 paesi al mondo che utilizzano maggiormente lo yuan sono Cina, Hong Kong, Singapore, Germania e Australia. In particolare per Sidney lo yuan è sempre più strategico, visto che Pechino è il primo partner commerciale dell’Australia in grado di assorbire più della metà dell’export di risorse naturali del paese oceanico. Per quanto riguarda i pagamenti a livello globale, lo yuan resta ancora al 12-esimo posto con una quota che a fine ottobre è scesa allo 0,845% dallo 0,86% del mese precedente.
La Cina sembra sia intenzionata ad allentare sempre più i vincoli sul cambio dello yuan, che tra l’altro è su livelli record sul biglietto verde. Pechino vuole diminuire la sua dipendenza dal dollaro americano e di recente Yi Gang, vice-governatore della PBOC, ha dichiarato che la Cina non ha più interesse ad aumentare le sue riserve valutarie che ormai hanno raggiunto la cifra astronomica di 3.360 miliardi di dollari a fine settembre scorso. La Cina dovrebbe quindi ridurre anche gli acquisti di T-Bond americani, dei quali resta ancora il primo compratore mondiale.
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