Sui mercati finanziari c’è il concreto rischio di un ritorno dell’avversione al rischio, a seguito del downgrade di Standard & Poor’s sull’Italia (il giudizio passa a BBB) e della pubblicazione dei dati macroeconomici in Cina. Il clima di risk off ha favorito il rafforzamento dello yen, che storicamente tende ad apprezzarsi nelle fasi di maggiore incertezza e di turbolenza sui mercati finanziari. A giugno il dato sul surplus commerciale cinese ha deluso le aspettative.
Infatti il surplus commerciale di Pechino è diminuito del 14%. Le esportazioni sono scede del 3,1% a 174,32 miliardi di dollari, mentre le importazioni hanno registrato una flessione dello 0,7%. I dati sono nettamente inferiori alle attese degli analisti finanziari, che si aspettavano una crescita dell’export del 3,3% e dell’import del 5,5%. La borsa di Tokyo è riuscita a tenere testa a questo flusso negativo di dati. L’indice azionario Nikkei-225 ha chiuso la seduta di borsa con un calo dello 0,39% a 14.416,6 punti.
Sul forex il tasso di cambio dollaro-yen ha inserito la retromarcia, scendendo stamattina fino a 100,28 quando ieri invece quotava in area 101,30. In forte calo c’è poi il cross euro-yen, che stamattina è sceso a 128,30 sui minimi degli ultimi dieci giorni. Ieri il cambio quotava in area 130,50. Il cambio sterlina-yen ha toccato i livelli più bassi da quasi due settimane a 149,42, mentre ieri è stato registrato un top intraday a 151,60. Se le borse europee dovessero andare in difficoltà, lo yen potrebbe salire ulteriormente nelle prossime ore.
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